MACERATA CAMPANIA. A poco meno di due mesi dalla festa di Sant’Antonio Abate, don Rosario Ventriglia, curato della parrocchia di San Martino Vescovo di Macerata Campania, scrive una lunga lettere pubblica, nella quale si rivolge soprattutto ai capicarri e ai bottari della battuglie di pastellessa. Il parroco chiede loro di riscoprire il senso religioso della festa e di essere un esempio positivo per i giovani e per i ragazzi. Ecco i passaggi più salienti: “[… ] Alla domanda: Perché il “suono” dei carri nella festa del Santo? I giovani rispondono giustamente “per scacciare il male”. Ma qual è l’origine del male? Il male – ricorda don Rosario – non esiste in astratto: “Il male è carenza di bene”.
La lettera
Una persona che sceglie di amare il male e non il bene, il male è nel suo cuore. Perciò il “vero” nemico è quello che agisce dentro di lui, insidiando il suo cuore, e quindi le sue scelte. Sarà proprio il suo cuore allora a diventare il luogo per combattere la buona battaglia. […] Sant’Antonio abate ha lottato con il diavolo e ha vinto, guidato dal Vangelo. Anche noi dobbiamo agire guidati dal Vangelo. Gesù vuole essere seguito da noi, Lui è un amico sincero che ci dice sempre la verità e la verità ci farà liberi. Ma rinunciare per diventare liberi figli di Dio è molto difficile, comporta una lotta di cui il suono dei carri è segno. Arriviamo – prosegue don Rosario – alla festa di quest’anno: è importante realizzarla insieme, perché è una festa di famiglia dove il festeggiato è il grande Antonio Abate per noi amico, fratello, santo e aiuto dal cielo in questo momento difficilissimo che stiamo vivendo: la notte della fede, la pandemia, la guerra, la crisi energetica, la povertà e gli affanni della vita.
È importante, inoltre, spiegare ai ragazzi e ai giovani, in particolare a quelli che vengono ospitati sui carri, il profondo senso religioso di questa festa. Il Parroco cercherà di aiutarli a comprendere che grande Santo è Antonio Abate, che devono considerarlo un esempio per i giovani, che ancora oggi il grande Sant’Antonio insegna tante cose preziose per la nostra vita umana e cristiana, e che la festa, in Suo onore, deve suscitare nei cuori di tutti noi il desiderio di orientare la nostra vita sempre, in qualsiasi circostanza, anche se dovesse costare sacrificio e fatica, verso il bene. Agli organizzatori dei carri – aggiunge don Rosario – vorrei ribadire l’importanza di essere un esempio positivo per gli altri, per i giovani e per i ragazzi. È necessario porsi nella giusta prospettiva: come il girasole è sempre rivolto verso il sole, così tutti i partecipanti alla festa devono essere rivolti verso Sant’Antonio Abate e la Sua fede: i carri sono per Sant’Antonio Abate.
I nostri carri sono orientati verso sant’Antonio abate e sono espressione della lotta per la libertà, e si chiamano carri di sant’Antonio abate o carri di sant’Antuono; i bottari sono rivolti verso il carnevale e si possono chiamare bottari di carnevale, e non è una casa cattiva.La tradizione popolare della festa così suggestiva che rievoca il suono originale prodotto dai contadini che trasformarono gli strumenti agricoli in strumenti musicali, con il vestito semplice dei carri, deve ancora di più orientarci verso il grande Sant’Antonio Abate e il Suo insegnamento di vita. Infine – conclude don Rosario –, desidero esprimere, insieme al Comitato, l’apprezzamento all’Amministrazione per ogni iniziativa che intenda offrire per lo sviluppo economico e culturale della comunità in occasione della festa del Santo.Vorrei sottolineare ulteriormente l’importanza di organizzare in sinergia la festa di quest’anno 2023, con il Comitato parrocchiale, il Comune, i Carri, perché i protagonisti principali, i bambini, i ragazzi e i giovani, ne possano trarre i migliori insegnamenti. Auguro a tutti ogni bene per intercessione di Sant’Antonio Abate”.