
Santa Maria a Vico. Sono uscite le motivazioni dell’annullamento dell’ordinanza nell’ambito della vicenda che ha visto alla fine dell’ottobre scorso l’operazione della Guardia di Finanza di Marcianise in Santa Maria a Vico, con la detenzione domiciliare del sindaco Pirozzi, del vicesindaco Veronica Biondo, dell’allora consigliere Giuseppe Nuzzo, dell’ex assessore Marcantonio Ferrara e l’ordinanza anche per i 2 pregiudicati, già detenuti per altro come Raffaele Piscitelli alias ‘o Cervinaro e Domenico Nuzzo alias Mimmariello e ‘o corto. Le accuse: scambio elettorale politico mafioso; induzione indebita a dare o promettere utilità; rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
Dopo l’applicazione della misura tutti i coinvolti, all’esito dell’udienza del tribunale del Riesame hanno ottenuto l’annullamento in toto dell’ordinanza cautelare e la conseguente liberazione, tranne i 2 ras detenuti per altre vicende.
Intercettazioni utilizzabili ma nel merito inconsistenti
Il collegio giudicante del tribunale del Riesame composto dal presidente estensore Enrico Campoli e dai giudici Vito Maria Giorgio Purcaro e Maria Vittoria Foschini
ha chiarito con una ordinanza di 21 pagine le ragioni dell’annullamento integrale dell’ordinanza del Gip di Napoli.
Il dato che spicca in maniera rilevante sta nell’accoglimento nel merito delle tesi difensive, avendo il Tribunale partenopeo ritenuto che le intercettazioni telefoniche ed ambientali fossero pienamente utilizzabili ma tuttavia prive di consistenza indiziaria.
In particolare, significativo il passaggio in cui si evidenzia – in adesione ai rilievi degli avvocati difensori- che la disamina dei colloqui captati faccia emergere, e con nettezza, l’assenza di ogni metodologia mafiosa in quanto i contatti vengono portati avanti in un clima che addirittura registra una contrapposizione tra i soggetti la cui intraneità al clan neppure è provata e gli amministratori indagati.
L’assenza totale di metodologie mafiose e di contatti degni di rilievo probatorio depongono, secondo il Tribunale, per la insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in relazione ai delitti contestati, ed in particolare del reato di patto elettorale politico-mafioso, imponendosi l’annullamento del presidio cautelare restrittivo, né emergono profili di condotte amministrative deviate in epoca successiva al voto del 2020.
Mimmariello e ‘o Cervinaro non sono boss
Secondo il collegio del Riesame manca in atti un accertamento puntuale riguardo all’intraneità del Nuzzo e del Piscitelli in una consorteria mafiosa che abbia la qualità di statuire tale dato probatorio in relazione allo specifico spaccato temporale interessato dalla consultazione amministrativa. In pratica non sono boss, così come questa testata giornalistica li ha sempre battezzati, utilizzando la parola ‘ras’.
Anche la vicenda dell’assunzione di Gennaro Iannone viene derubricata di parecchio anche in relazione ad una contrapposizione tra il sindaco e il ras Domenico Nuzzo.
La disamina dei colloqui captati fa emergere, e con nettezza, l’assenza di ogni metodologia mafiosa in quanto i contatti vengono portati avanti in un clima che, addirittura, registra una contrapposizione tra il Nuzzo Domenico ed il Pirozzi Andrea – nonché con altri indagati, politicamente legati a quest’ultimo.
Inoltre secondo i giudici non c’è sudditanza di Marcantonio Ferrara nei confronti di Mimmariello. Viene riportata dal collegio questa frase dell’ex assessore mentre parla con il sindaco: “....allora tu devi sapere che io quando ho conosciuto questo soggetto non sapevo chi fosse….ho detto ma chi è questo scemo?..se io non sapessi che quello è stato in galera direi: questo è un mezzo scemo!….” -, così mostrando l’assenza di ogni sudditanza psicologica nei confronti dello stesso.
I giudici inoltre scrivono: E’ di tutta evidenza, quindi, che sia prima che dopo le elezioni amministrative del settembre 2020 lo spazio di interferenza del Nuzzo Domenico è privo di ogni rilevanza ed oltre a doversi registrare l’assenza di ogni metodologia mafiosa si deve anche prendere atto che l’agire “uti singulus’ non attecchisce ed è privo di ogni concreto risultato.
Giuseppe Nuzzo
Su Giuseppe Nuzzo, come noi avevamo scritto nelle scorse settimane non c’è proprio nulla di concreto, tutti i colloqui da lui effettuati non producono un briciolo d’utilità e non si arriva mai a ‘quagliare’ nulla. Lo avevamo detto chiaramente, dopo esserci letti un po’ di atti. I giudici parlano proprio di sbarramento…
A proposito si legge: Tutto quanto sin qui illustrato depone, pertanto, per l’insussistenza di gravi indizi di colpevolezza in relazione alle due condotte contestate e,
dunque, per l’annullamento dell’impugnato presidio detentivo.
Nel collegio difensivo gli avvocati Raffaele Carfora, Angelo Raucci, Mauro Iodice, Carlo De Stavola, Pasquale Crisci e Danilo Di Cecco.

