
CASTEL VOLTURNO. A 13 anni avrebbe dovuto iniziare un nuovo percorso scolastico, ma la sua strada si è interrotta troppo presto. È la testimonianza di una giovane donna originaria di Castel Volturno, oggi 27enne e residente a Carpi, che racconta una vicenda purtroppo ancora troppo frequente: la negazione del diritto all’istruzione. Dopo aver frequentato la scuola media nel Casertano, i suoi genitori – in particolare il padre – non le permisero di iscriversi alle superiori, ignorando l’obbligo scolastico previsto fino ai 16 anni.
«A 13 anni ho smesso di andare a scuola, nonostante volessi continuare», spiega. La situazione familiare difficile la spinse, dopo la maggiore età, a lasciare la casa di origine. Oggi, a distanza di anni, quella ferita è ancora aperta. L’assenza di un titolo di studio l’ha penalizzata sul piano lavorativo e psicologico: «Mi sono sempre sentita sbagliata, inferiore ai miei coetanei». Solo grazie all’aiuto di medici e amici ha trovato la forza di ricominciare. Frequenta ora la scuola serale di un istituto tecnico superiore a Carpi, decisa a ottenere il diploma che le è stato negato da adolescente. Ma la sua denuncia non riguarda solo la famiglia.
«A 14 anni mi sono ritrovata a lottare da sola per andare a scuola, senza il sostegno dello Stato né dei servizi sociali. Nessuno si è accorto della mia assenza», racconta. Un racconto che mette in luce una falla del sistema: la mancanza di controllo e di intervento nelle situazioni di dispersione scolastica, soprattutto nei contesti più fragili. «Il passato non posso cambiarlo», conclude, «ma spero che nessun altro bambino venga lasciato indietro come è successo a me».

