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“Mi serve una cosa”: le intercettazioni che svelano il tariffario di Vigliotti

SANTA MARIA A VICO. Un linguaggio in codice, appuntamenti fissati al minuto, telefonate e messaggi che, secondo gli inquirenti, nasconderebbero un’attività di cessione di cocaina. È quanto emerge dalle pagine dell’ordinanza che ricostruisce nei dettagli le conversazioni e i movimenti di Massimo Vigliotti, ritenuto al centro di un piccolo ma costante giro di spaccio nella zona di Santa Maria a Vico.

Il quadro investigativo si fonda in larga parte sulle intercettazioni telefoniche e sulle immagini di videosorveglianza raccolte tra il 23 e il 26 giugno 2023. In quei giorni, secondo gli atti, Vigliotti sarebbe stato più volte contattato da un cliente abituale, interessato all’acquisto di piccole dosi di cocaina.
Nel corso delle conversazioni, monitorate su utenze autorizzate con decreto della Procura, i due interlocutori avrebbero concordato tempi, luoghi e importi. Il linguaggio era allusivo, ma costante: si parlava di “una cosa”, “una dose” o “una pallina”, con richiami a cifre comprese tra 30 e 40 euro.

Particolarmente significativo, secondo gli investigatori, l’episodio del 24 giugno 2023, quando Vigliotti ricevette una telefonata in cui il suo interlocutore annunciava l’arrivo “tra dieci, quindici minuti”. Le immagini di una telecamera installata in via Panoramica, a pochi metri dall’abitazione di Vigliotti, confermerebbero l’arrivo di un’autovettura Matiz di colore grigio, rimasta sul posto per alcuni minuti.
Un altro frammento d’indagine risale al 26 giugno, quando l’interlocutore chiese “un bello grosso”, frase che gli inquirenti interpretano come richiesta di una dose più consistente. Anche in questo caso, Vigliotti avrebbe risposto positivamente, invitandolo a raggiungerlo a casa.

Gli atti riportano inoltre il tono di alcune frasi ritenute rivelatrici: “Mi serve una cosa” oppure “Portagliene un’altra”. Espressioni che, secondo la Procura, lascerebbero intendere una continuità nei rapporti e una disponibilità abituale dello stupefacente.
Gli investigatori parlano di “rilevante interesse investigativo” non solo per la frequenza dei contatti, ma per la corrispondenza tra le conversazioni e le immagini acquisite.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, delinea così un quadro indiziario fondato sulle intercettazioni, che descrivono un sistema collaudato di comunicazioni criptiche e consegne rapide, consumate a pochi passi da casa.

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