BELLONA/VITULAZIO. Una sentenza netta è arrivata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di due coniugi di Bellona, Colomba Modesto e Gianluca D’Agostino, entrambi 44enni, imputati per aver praticato prestiti con tassi d’interesse esorbitanti, fino a 7 volte oltre il limite legale.
Il giudice per l’udienza preliminare, Daniela Vecchiarelli, ha stabilito una pena complessiva di 5 anni e 3 mesi di reclusione: 2 anni e 9 mesi per Modesto e 2 anni e mezzo per D’Agostino, al termine del rito abbreviato. È stata inoltre disposta una provvisionale da 7mila euro, da versare subito alle parti civili.
Le indagini sono partite nel febbraio 2024 a seguito di una denuncia per stalking da parte di una donna nei confronti dell’ex compagno. I carabinieri di Vitulazio, hanno approfondito il caso e scoperto che la donna era stata coinvolta in una rete di prestiti illegali gestiti da Colomba Modesto, residente proprio a Vitulazio.
Dalle successive attività investigative è emerso un quadro chiaro: una vera e propria rete familiare di usura, attiva da oltre dieci anni, con tassi d’interesse che andavano dal 40% al 140%. Secondo quanto raccolto, le vittime – almeno dieci – erano spesso costrette a pagamenti infiniti e sottoposte a pressioni psicologiche, intimidazioni e minacce.
Coinvolte nell’inchiesta anche la madre di Modesto, Raffaela Vigliucci (66 anni), e la sorella Anna Desiree, che avrebbero avuto un ruolo attivo nel “reclutamento” delle vittime e nella gestione dei rapporti debitori. Per loro, il procedimento riprenderà a settembre.
A difendere gli imputati, gli avvocati Giuseppe Ugo De Rosa e Giuseppe Stellato. Le vittime si sono costituite parte civile con i legali Filippo Barberi Spirito, Renato Luigi De Spirito e Claudio Romagnoli.
L’attività degli inquirenti ha documentato anche episodi di estorsione e minacce rivolte ai familiari di alcune vittime. Un’inchiesta che ha svelato una realtà sommersa fatta di soprusi, ricatti e violenze psicologiche nel cuore dell’Agro Caleno.
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