
CASAL DI PRINCIPE. Nel cuore della Capitale, tra interessi mafiosi autoctoni e presenze criminali esterne, anche il clan dei Casalesi continua a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama dell’illegalità economica. A confermarlo è la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), che fotografa un sistema sempre più articolato di “interessi illeciti convergenti”, capaci di superare le distinzioni tradizionali tra mafie storiche e organizzazioni locali.
Come evidenziato nell’ordinanza dell’operazione “Assedio”, nella zona di Roma Sud è stata individuata una vera e propria centrale di riciclaggio. In questa struttura, formalmente regolare, si svolgevano attività fraudolente come somministrazione illecita di manodopera, emissione di fatture false e creazione fittizia di crediti IVA, operazioni che hanno favorito il reinvestimento di ingenti capitali di provenienza criminale. A gestire queste dinamiche non erano solo gruppi locali, ma anche esponenti del clan dei Casalesi e della famiglia catanese dei Santapaola, a conferma di un asse camorristico-mafioso che trova nella Capitale terreno fertile.
La presenza dei Casalesi nella città di Roma si inserisce in un contesto criminale complesso. Quartieri come Tuscolano, Porta Furba, Cinecittà, Tor Bella Monaca e Romanina sono il teatro delle attività delle organizzazioni autoctone, in particolare del clan Casamonica, mentre Spada e Fasciani hanno consolidato il loro potere lungo il litorale romano. Proprio i Casamonica sono stati al centro di una vasta operazione dei Carabinieri del 16 gennaio 2024, che ha portato all’arresto di 9 persone per intestazione fittizia, usura, estorsione e spaccio di droga, con la Corte di Cassazione che ha confermato l’associazione mafiosa per oltre 30 imputati.
Il quadro tracciato dalla DIA è quello di una città in cui le mafie non si combattono solo con i blitz, ma anche attraverso il contrasto ai flussi economici sospetti, che spesso trovano nei comparti dell’edilizia, del commercio e dei servizi un canale di penetrazione privilegiato. La presenza dei Casalesi a Roma, già nota da anni, si aggiorna dunque in forme nuove e insidiose, in grado di sfruttare le falle normative e la connivenza di professionisti e imprese compiacenti.
Roma, come sottolinea la DIA, è oggi un crocevia strategico della criminalità organizzata, dove i confini tra mafie tradizionali e gruppi locali diventano sempre più labili.