
Casal di Principe. La Corte d’Appello di Venezia ha emesso un verdetto pesante nel processo legato al clan dei Casalesi operante nell’area di Eraclea: 30 anni di carcere per Luciano Donadio, individuato come figura apicale dell’organizzazione criminale. I giudici hanno accolto le richieste dei magistrati Roberto Terzo e Federica Baccaglini, riconoscendo l’aggravante dell’associazione mafiosa, prevista dall’articolo 416 bis del Codice penale.
La decisione della Corte ha modificato in parte la precedente sentenza, che per Donadio aveva stabilito una condanna a 26 anni. Più severa anche la pena inflitta a Raffaele Buonanno, braccio destro dell’imputato principale: per lui la pena è stata portata da 19 a 29 anni e 10 mesi, sempre con il riconoscimento del metodo mafioso.
Nel procedimento, che ha coinvolto oltre trenta imputati, la Corte ha confermato anche l’assoluzione dell’ex sindaco di Eraclea, Mirco Mestre. L’ex primo cittadino, assolto anche in primo grado, ha reagito visibilmente commosso alla lettura della sentenza.
Le istituzioni coinvolte nel processo – tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno, la Regione Veneto, la Città Metropolitana di Venezia, il Comune di Eraclea e l’associazione Libera – sono state riconosciute come parti civili e riceveranno risarcimenti per centinaia di migliaia di euro.
Il procedimento si è svolto nell’aula bunker di Mestre, sotto rigide misure di sicurezza. Questo processo rappresenta una tappa significativa nella lotta contro l’infiltrazione della criminalità organizzata nel Nordest, confermando ancora una volta la portata del radicamento mafioso anche al di fuori dei tradizionali territori meridionali.