SAN FELICE A CANCELLO/MARCIANISE. Confermata la confisca beni clan per due imprenditori casertani coinvolti in affari opachi legati al mondo della camorra. È quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Napoli, che ha reso definitive le misure patrimoniali nei confronti di Clemente Izzo, titolare della Reggia Calcestruzzi e residente a San Felice a Cancello, e di Angelo Pontillo, suo socio in alcune attività.
Legami oscuri: il mercato del calcestruzzo sotto controllo
Secondo i giudici, la confisca beni clan è giustificata da “relazioni funzionali e continuative” con il gruppo criminale dei Belforte, attivo nel territorio. In particolare, Izzo avrebbe agito come vero e proprio intermediario per il clan: segnalava i cantieri, raccoglieva tangenti e produceva fatture false per mascherare pagamenti estorsivi. Un sistema che, secondo le indagini della Direzione Investigativa Antimafia, avrebbe favorito l’ascesa economica delle sue imprese, garantendo un vantaggio sleale sulla concorrenza,
Le sentenze emesse in Appello sono state acquisite anche in un altro procedimento parallelo, ancora in corso davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L’indagine coinvolge i fratelli Franco e Sebastiano Minutolo, di San Nicola la Strada, legati a Pontillo, ed è stata rinviata al prossimo ottobre. Tuttavia, le recenti motivazioni della Corte rappresentano un elemento di peso nell’istruttoria in corso.
La confisca beni clan si basa sul principio che le ricchezze accumulate da Izzo e Pontillo derivino direttamente da attività criminali, come evidenziato nelle motivazioni depositate nelle scorse settimane. Il loro successo nel settore edilizio, secondo i magistrati, sarebbe stato costruito grazie a dinamiche mafiose, a scapito dell’economia legale.
Con questa conferma, la giustizia ribadisce che non vi è spazio per l’impunità dove i soldi si mischiano al sangue delle estorsioni.
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