
CASAL DI PRINCIPE/CAPUA/GRAZZANISE. Saranno processati con rito abbreviato Antonio Mezzero, considerato uno dei referenti storici del clan dei Casalesi, e dieci persone a lui vicine, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, incendio doloso, detenzione illegale di armi e ricettazione. Il procedimento si aprirà a luglio presso il tribunale di Napoli davanti al giudice per le indagini preliminari Antonino Santoro.
Oltre ad Antonio Mezzero, 63 anni, originario di Grazzanise, compariranno in aula: Carlo Bianco (41 anni, di Villaricca), Giovanni Diana (64, di Casal di Principe), Pietro Di Marta (62, Grazzanise), Davide Grasso (53, Santa Maria Capua Vetere), Alessandro Mezzero (37, San Marco Evangelista), Michele Mezzero (43, Capua), Pasquale Natale (65, Santa Maria la Fossa), Andri Spahiu (26, cittadino albanese residente a Capua), e Pietro Zippo (64, Vitulazio).
I legali hanno chiesto che i loro assistiti siano giudicati con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di pena in caso di condanna. Sarà il giudice Santoro a pronunciarsi sull’ammissibilità delle richieste.
Diverso l’iter giudiziario per Vincenzo Addario (59 anni, di Santa Maria Capua Vetere) e Giuseppe Diana (79, di San Cipriano d’Aversa), per i quali si seguirà il rito ordinario. Il processo a loro carico comincerà nel mese di giugno davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Rosetta Stravino.
A difendere gli imputati un nutrito collegio di avvocati composto da: Paolo Di Furia, Nello Sgambato, Pasquale Diana, Carlo De Stavola, Paolo Caterino, Camillo Irace, Dario Di Nardo, Raffaele Russo, Guido Fiorillo, Paolo Raimondo, Alberto Martucci, Stefano Vaiano, Domenico Esposito, Saverio Campana ed Enzo Domenico Spina.
Le accuse nascono da una maxi indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nella persona del pm Vincenzo Ranieri. L’inchiesta, culminata con un’operazione nell’ottobre del 2024, ha portato all’emissione di numerose misure cautelari.
Le investigazioni, durate tra settembre 2022 e giugno 2023, hanno ricostruito una fitta rete di rapporti e dinamiche interne a un gruppo ritenuto affiliato ai Casalesi, attivo nei comuni di Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e aree limitrofe. Fondamentali per l’inchiesta sono state le intercettazioni ambientali e telefoniche, i pedinamenti e i servizi di osservazione.
Antonio Mezzero, scarcerato nel luglio 2022 dopo oltre vent’anni consecutivi di reclusione (era detenuto dal marzo 1999), avrebbe subito cercato di riprendere il controllo delle attività criminali sul territorio, nonostante fosse soggetto a misure di sorveglianza speciale e obbligo di dimora.
Secondo l’accusa, servendosi anche di familiari e uomini di fiducia, avrebbe organizzato una serie di estorsioni ai danni di imprenditori locali. Tra gli episodi documentati, anche un tentativo di estorsione ai danni di una giovane coppia, culminato nell’incendio dell’auto dei due per costringerli a lasciare un’abitazione in affitto.
Le indagini hanno inoltre fatto emergere operazioni finalizzate a reinvestire denaro di origine illecita in attività economiche, comprese pressioni per ottenere una quota economica da una transazione immobiliare di oltre un milione di euro relativa a un capannone.
È emerso anche il coinvolgimento del gruppo in episodi di ricettazione di mezzi agricoli e da cantiere rubati: alcuni dei veicoli, per un valore complessivo di circa 40mila euro, sono stati recuperati e restituiti ai legittimi proprietari. Gli inquirenti hanno infine accertato che il sodalizio disponeva di un arsenale di armi a supporto delle proprie attività illecite.