
Capodrise (Luigi Criscuolo). #Meglioinsieme è stato l’hashtag della campagna elettorale di Nicola Cecere, lo mettevano ovunque, non solo in tutti i post social e sui volantini, ma pure nel caffè, lo gridavano dai palchi: “#Meglioinsieme, tra abbracci e baci”.
E’ finita ingloriosamente nel modo più scontato, ‘Capodrise Insieme Popolare e Democratica’ è stato il flop elettorale per eccellenza della storia di questo comune.
Si sono messi tutti assieme per non perdere e hanno creato uno sconquasso di proporzioni bibliche, senza produrre una sola utilità per la città: non hanno fatto nulla e si vede in quali condizioni si trova Capodrise.
La cosa grave è che era stato tutto previsto, perché dai palchi gli avversari lo avevano detto da subito che quello era un progetto che non poteva andare per Capodrise, bastava guardare le foto della campagna elettorale, ti veniva spontaneo sorridere e dire: “Ma questi come si sono apparati? Fino a ieri si facevano la guerra…”.
E guerra è stata, da subito, dal primo consiglio comunale, un appuntamento di solito buono più per le foto ricordo, a Capodrise no, alta tensione e già 2 consiglieri che si distaccano dalla maggioranza.
Soltanto qualche settimana prima avevano aderito ad un patto con la consapevolezza che i posti in giunta erano statutari.
Da qui è è cominciata un’escalation. Dopo qualche settimana ci ha pensato il Pd, che ha ritirato temporaneamente gli assessori dalla giunta, a mettere sotto accusa Cecere per il mancato avvio dei punti fondamentali e le sue fughe in avanti senza interpellare gli alleati.
Hanno ammesso di non aver prodotto nulla, lo hanno detto ufficialmente
Praticamente l’unica cosa che hanno fatto gli amministratori è stata quella di prendere lo stipendio per una decina di mesi scarsi, perché non c’è traccia di nulla e lo hanno ammesso proprio loro.
Dopo il Pd il neo gruppo Con Capodrise Sempre, pur dichiarando di stare in maggioranza, ha denunciato l’immobilismo dell’amministrazione e ha chiesto l’accelerazione su 4 punti fondamentali (più o meno sempre gli stessi).
Alla fine, dopo tutto quel trambusto e qualche consiglio comunale bucato, sono ritornati all’ovile andando a ricomporre il gruppo originario del fedelissimi di Cecere.
Passano i mesi, con un’amministrazione falcidiata dalle conflittualità e sempre più condizionata da agenti esterni in salsa marcianisana verdeazzurra, si arriva nel periodo pasquale con la goccia che fa traboccare il vaso: la revoca delle deleghe all’assessore Pasquale De Filippo, tramite un protocollo segreto, un procedimento che ha lasciato tutti a bocca aperta.
Di fronte ad un immobilismo e a continue liti interne, Cecere il 25 aprile annuncia le dimissioni a sorpresa. E’ l’inizio della fine, da qui continuano gli scambi di accuse, è lo stesso sindaco ad ammettere che il progetto #meglioinsieme è fallito e bisogna rifare tutto.
Licenzia il direttorio dei gruppi politici, l’essenza sui cui si reggeva il patto, e convoca i consiglieri invitandoli ad aderire ad un nuovo corso e contemporaneamente avvia trattative per cercare di strappare pedine agli alleati e al gruppo di minoranza. Imperdonabile…
L’operazione non decolla e si arriva a questa settimana con le dimissioni dell’assessore Nero e la riconvocazione del direttorio, il sindaco propone 4 punti per rilanciare la città ma mette ulteriori condizioni per avere mano libera sulla scelta finale della giunta e del tecnico comunale.
Gli alleati rifiutano la proposta, il 15 maggio in piena notte a 53 minuti dalla scadenza del termine ritira le dimissioni e nel pomeriggio 11 consiglieri comunale su 16 lo spediscono a casa.
Bocciatura su tutta la linea, ha prevalso l’orgoglio e la consapevolezza di salvare Capodrise dalle sabbie mobili. Almeno questo…
Il futuro: via i soliti noti
Quali saranno gli scenari per il futuro? Le previsioni non sono rosee al momento. L’unica speranza per Capodrise è quella che i tanti che in questi anni hanno retto le fila dall’esterno se ne stiano a casa lontani dagli scenari elettorali.
Secondo noi anche diversi consiglieri comunali appena usciti sono improponibili e l’auspicio, anche dei cittadini che si stanno esprimendo sui social, è quello di vederli fare diversi passi indietro.
Per molti politici e tecnici locali è arrivato il momento del pensionamento e di lasciare spazio e decisioni ad elementi più giovani che possano prendere a cuore il futuro della città.
Per i manovratori ancora abili dal punto di vista anagrafico, i Mazzarini, il nostro invito è quello di mettere il visino sul manifesto, basta nascondersi. Se lo farete saremo i primi ad applaudirvi…
La colpa è dei cittadini
La colpa principale è stata dei cittadini che si sono fatti ammaliare da un progetto che poteva portare soltanto ad una vittoria di Pirro, eppure i segnali di un probabile flop c’erano tutti, bastava guardarli negli occhi durante quelle mega adunate nelle piazze, c’erano più candidati e addetti ai lavori che cittadini.
Andavo ai comizi e ridevo…
Lo ripetiamo, bastava guardare le foto per sbottare: “Ma voi che ci fate tutti assieme?”. Chi scrive lo ha detto in pubblico, lo ha scritto decine di volte, scrivevo e ridevo, andavo ai comizi e ridevo…
Gli addetti ai lavori marcianisani e quelli dei comuni limitrofi mi dicevano ma perché scrivi sempre contro?
Ho sempre risposto: “Nulla contro le persone di quella lista, ma è il progetto che proprio non va e non si può attuare, la città ne risentirà, perderà posizioni e finirà nel baratro, dato che ci vivo, difendere la città è come difendere se stessi”.
Mi hanno dato tutti ragione!