
Santa Maria a Vico. Oggi, si è tenuto, presso l’ISISS Majorana a Santa Maria a Vico l’incontro con Nicola Gratteri: “la legalità si costruisce, un giorno alla volta”
“La legalità nella nostra scuola è un cantiere aperto“. Con queste parole, la Dirigente scolastica Pina Sgambato ha dato inizio a un incontro che difficilmente verrà dimenticato: “quello con Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, presso il teatro “Bachelet” del nostro istituto.”
Nel suo saluto iniziale, la Dirigente ha parlato con sincerità e lucidità del contesto scolastico: un luogo abitato da ragazzi e ragazze molto diversi tra loro, alcuni già pronti a vivere la legalità come scelta, altri ancora alla ricerca di un significato profondo. “Dobbiamo sedurre gli studenti alla conoscenza, ma anche all’esercizio del rispetto delle regole. La legalità non è un concetto astratto, è un abito da indossare ogni giorno, cucito su misura per ciascuno di noi”.
Ed è proprio in questa visione che si è inserito l’incontro con Gratteri: come un’occasione autentica di confronto, crescita e risveglio delle coscienze.
Con il suo tono diretto, essenziale e privo di retorica, Gratteri ha guidato i presenti in una vera e propria lezione civile. Il magistrato ha parlato del sistema mafioso, delle sue trasformazioni e delle sue connessioni sottili ma potenti con il potere economico e politico.
Le domande degli studenti non si sono fatte attendere. Il coraggio è stato uno dei primi temi toccati: “Cosa significa, per lei, vivere senza paura?”. Gratteri ha risposto con onestà, raccontando frammenti della sua esperienza personale. Ha spiegato che la libertà fisica – quella di muoversi, di vivere senza protezione – per lui non esiste più, e probabilmente non tornerà. Ma ha rivendicato con forza la sua libertà mentale: quella di poter dire ciò che pensa, quando vuole, senza condizionamenti. “Quella – ha detto – è la vera libertà. E nessuno può togliermela”
Si è parlato anche di famiglia, di valori, di futuro. Dell’importanza di avere sempre un piano B nella vita, perché nulla è scontato e tutto può cambiare. L’intelligenza artificiale è stata affrontata sia come strumento di progresso che come possibile minaccia, soprattutto se gestita da sistemi criminali sempre più evoluti.
Molto toccante il passaggio in cui il Procuratore ha parlato dei luoghi d’origine degli studenti e delle differenze tra le varie mafie, spiegando che la mafia non esiste in astratto, ma esiste perché noi – come società – la riconosciamo, le permettiamo di agire, le offriamo spazi.
E poi un messaggio chiaro e forte: lo studio è l’unico vero strumento per sconfiggere le mafie. Non solo per diventare eccellenze, ma per imparare a comprendere il mondo degli adulti, per non farsi ingannare, per difendersi dalla manipolazione, per sviluppare pensiero critico. Gratteri ha insistito sull’importanza dell’educazione civica, del conoscere le regole per poterle vivere, rispettare e – se necessario – cambiare.
Sono stati affrontati anche temi di attualità giudiziaria e dell’educazione dei giovani, in un dialogo autentico che ha toccato in profondità i presenti.
Il silenzio attento in sala, gli sguardi dei ragazzi, la profondità delle domande: tutto ha raccontato il bisogno – e la voglia – dei giovani di ascoltare parole vere. Di sentirsi parte di qualcosa. Di poter scegliere da che parte stare.
L’incontro si è chiuso con un lungo, sentito applauso. In molti si sono avvicinati al magistrato per ringraziarlo, stringergli la mano o scattare una foto. Diversi studenti hanno portato con sé il suo libro e gli hanno chiesto con entusiasmo di firmarlo: un piccolo gesto, ma carico di significato, come a voler custodire un frammento di quell’incontro e portarlo con sé nel futuro.