
Santa Maria Capua Vetere/Marcianise. Si è concluso con l’archiviazione delle imputazioni più gravi l’interrogatorio durato oltre sette ore a Bruxelles per Lucia Simeone, nota anche come Luciana, collaboratrice dell’europarlamentare Fulvio Martusciello (che non risulta indagato). A riferirlo è l’avvocato Antimo Giaccio, che assiste Simeone nel procedimento.
Fermata in provincia di Caserta, dopo essere stata individuata tra Santa Maria Capua Vetere e la zona di Marcianise, Simeone era stata arrestata il 20 marzo su richiesta delle autorità belghe. Dopo due giorni trascorsi nel carcere di Napoli Secondigliano, era passata ai domiciliari. L’indagine riguarda una presunta tangente da quasi 46mila euro, che sarebbe stata versata da figure vicine a Huawei per influenzare decisioni a favore dell’introduzione del 5G in Europa.
La procura del Belgio ha però successivamente ritirato il mandato d’arresto europeo, riconoscendo la piena disponibilità della donna a collaborare con la giustizia e a presentarsi spontaneamente nel Paese per chiarire la sua posizione. È stato infatti in seguito a questa scelta che Simeone ha risposto, il 29 aprile, alle domande del giudice istruttore.
Dopo l’interrogatorio, sono cadute le ipotesi di associazione a delinquere e corruzione. L’unica contestazione che resta in piedi è un possibile coinvolgimento in un caso di riciclaggio legato a un bonifico di 1000 euro: secondo quanto spiegato dalla stessa Simeone, si sarebbe trattato del rimborso per l’acquisto di una scatola di sigari effettuato da un lobbista, al quale lei aveva anticipato la somma.
Simeone rimarrà a Bruxelles fino al 10 maggio e, fino al mese di luglio, dovrà rispettare il divieto di contatto con Martusciello o con altri coinvolti nell’indagine, non potendo uscire dall’area Schengen senza autorizzazione.