
San Felice a Cancello. Nella premessa dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare ai danni di Massaro e della Sgambato si legge di un’attività informativa della compagnia carabinieri di Maddaloni dell’agosto 2019 in merito ad una ripresa delle attività estorsive ai danni di esercizi commerciali lungo la SS/7 Appia nei territori compresi tra Arienzo, Forchia ed Arpaia ad opera di soggetti già appartenuti al clan Massaro o ad esso legati.
Veniva effettuata un’attività di intercettazione telefonica a carico di alcuni soggetti, tra cui lo stesso boss Clemente Massaro che però non sfociava in alcun elemento giudiziario a causa della scarsità degli elementi raccolti.
Questo denota che sono sempre stati monitorati, pur essendo al Nord in una località protetta, evidentemente avevano contatti frequenti con parenti e fedelissimi in zona.
Nel febbraio del 2010 il tribunale di Sorveglianza di Roma concedeva a Massaro Clemente l’espiazione della pena residua in regime di detenzione domiciliare basando la decisione in relazione alle escussioni fornite sulla storia della criminalità casertana di assoluto valore probatorio.
Da quel momento vivrà al Nord fino al dicembre 2023 quando rientrerà a San Felice a Cancello ai domiciliari con permesso per uscire.
E’ tornato con l’intenzione di comandare, lo si legge anche dai verbali dell’autorità giudiziaria, questo fa sicuramente sensazione: “Ha ripreso a delinquere secondo gli stessi canoni che avevano comportato le sue precedenti condanne, ponendo in essere condotte estorsive in vari segmenti temporali ed in complicità con Antonietta Sgambato, con il metodo mafioso”.
Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, il gip Daniela Vecchiarelli non ha convalidato il fermo, ha applicato la misura cautelare, dichiarando competente il GIP presso il tribunale di Napoli con conseguente trasmissione degli atti. Si prospetta un seguito…

