
Acerra. Le sue ultime parole potrebbero far luce sulla tragedia ed aprire nuovi scenari. In un appartamento al civico 120 di Corso Resistenza si è consumata una tragedia nella notte tra sabato e domenica che lascia sgomenta un’intera comunità. Immacolata D’Anna, 48 anni, conosciuta da tutti come “Fortuna”, ha perso la vita lunedì dopo una notte di orrore: gravemente ustionata, è spirata al Centro grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli. Accanto a lei, il compagno, Miloud Bougatef, 49 anni, trovato senza vita tra le fiamme che hanno avvolto la cucina in cui si erano chiusi già sabato notte.
Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, sarebbe stata proprio Immacolata – prima di perdere conoscenza – a raccontare l’impensabile: il compagno avrebbe appiccato il fuoco dopo che lei gli aveva manifestato la volontà di interrompere la relazione. Un gesto estremo, di cieca disperazione o rabbia, forse alimentato da una lunga scia di minacce mai denunciate.
La donna conviveva con Miloud da circa cinque anni, dopo una separazione, e con loro vivevano anche i genitori di lei e i quattro figli avuti da un precedente matrimonio. Al momento dell’incendio, solo i genitori erano in casa: il padre e uno zio sono riusciti a mettere in salvo la madre, allettata a causa di una grave disabilità. La scena che si è presentata ai soccorritori è stata agghiacciante: il corpo di Miloud carbonizzato, Immacolata a terra, gravemente ustionata, ancora viva ma senza speranza.
Le indagini sono in corso, coordinate dalla procura di Nola. Sul posto è intervenuta anche la polizia scientifica, che ha posto sotto sequestro l’abitazione. Si fa strada con forza l’ipotesi del femminicidio-suicidio, confermata da alcune testimonianze secondo cui l’uomo aveva già minacciato in passato di togliersi la vita e portare con sé Immacolata, nel caso lei avesse deciso di lasciarlo.
In attesa dell’autopsia, la comunità si stringe nel dolore intorno ai figli e alla famiglia di Fortuna. Una donna che forse ha taciuto troppo a lungo.