
PARETE/LUSCIANO/CASTEL VOLTURNO. La camorra continua a reinventarsi nel mondo degli affari, puntando questa volta al settore della ristorazione. Con un’operazione condotta dai carabinieri di Aversa e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è emerso un inquietante scenario: il Clan dei Casalesi avrebbe tentato di mettere le mani su un fast food di una celebre catena internazionale, legandosi così a un marchio di rilievo per infiltrarsi nel tessuto economico legale.
Cinque le persone arrestate, tra cui tre elementi di spicco delle fazioni Bidognetti e Schiavone, ritenuti responsabili a vario titolo di estorsione, traffico di droga e riciclaggio. Figura centrale dell’inchiesta è Antonio Fusco, imprenditore di 45 anni, considerato il “riferimento stabile” della fazione Bidognetti per il finanziamento delle attività criminali. Fusco, attivo nell’area del litorale domitio, si sarebbe prestato a realizzare iniziative imprenditoriali in sinergia con membri del clan.
In particolare, l’uomo era coinvolto in un progetto per l’apertura di un ristorante appartenente a una nota catena di fast food su un terreno a Castel Volturno, lungo la via Domiziana. Il terreno, già in precedenza nella disponibilità di un imprenditore colluso con i Bidognetti, era stato sottoposto a confisca di prevenzione. L’operazione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe consentito al clan non solo di riciclare denaro, ma anche di legarsi a un brand di fama mondiale per mascherare la propria attività e rafforzare la propria presenza nel territorio.
Oltre a Fusco, tra gli arrestati figurano Nicola Gargiulo, 67 anni, considerato vicino alla stessa fazione e responsabile del racket nei comuni di Lusciano e Parete, e Nicola Pezzella, 63 anni, individuato come referente del gruppo Schiavone e coinvolto sia in estorsioni sia nel traffico di droga, tornato attivo subito dopo la fine della sua detenzione.
Completano il quadro Hermal Hasanai, albanese di 41 anni, che avrebbe versato migliaia di euro mensili ai Casalesi per garantirsi il monopolio dello spaccio sulla costa domitia, e Umberto Meli, 32 anni, coinvolto insieme ad Hasanai in un’estorsione da 15mila euro ai danni di un imprenditore locale.
L’indagine conferma quanto la camorra continui a mimetizzarsi nei settori legali dell’economia, puntando a marchi e attività che offrano rispettabilità di facciata e ritorni milionari.