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Muore sulla strada verso il bar dove lavorava: addio tra striscioni e palloncini

ACERRA/SAN FELICE A CANCELLO. Lacrime e palloncini bianchi hanno accompagnato l’addio a Raffaella Scudiero, una giovane donna di 26 anni tragicamente deceduta in seguito a un incidente stradale alla periferia di Acerra. Un sospetto sulla causa del decesso, legato a un airbag difettoso, potrebbe presto trasformarsi in certezza dopo l’esame autoptico. La comunità di Acerra, profondamente scossa dalla tragedia, si è stretta intorno alla famiglia della vittima: sua madre Elvira, e i suoi due fratelli, Antonio e Pasquale. La chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Madonnella, era gremita di persone che si sono riunite per dare l’ultimo saluto alla giovane, con molti che, non trovando posto dentro, hanno seguito la cerimonia all’esterno. Un grande striscione affisso sulla facciata della chiesa recitava: “Resterai sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto”.

L’autopsia, disposta dalla procura di Nola, ha confermato che la causa del decesso è stata una grave emorragia provocata da un taglio alla zona cervicale destra, che ha portato alla rottura delle vertebre. Il tragico incidente è avvenuto quando la Citroen C3 di Raffaella ha impattato contro un cordolo del marciapiede, dopo una collisione con una Fiat Panda che le aveva tagliato la strada. Durante il sinistro, l’airbag è esploso e, nel tentativo di proteggersi, Raffaella ha girato la testa, venendo colpita da un oggetto metallico o da frammenti, che le hanno causato la ferita fatale. Le indagini sulla dinamica dell’incidente sono ancora in corso, e la procura potrebbe incaricare un esperto per ricostruire la scena dell’incidente.

Nel frattempo, l’unico indagato è il conducente della Fiat Panda, un imprenditore agricolo che ha ricevuto l’accusa di omicidio stradale. Tuttavia, le indagini potrebbero rivelare altre responsabilità in futuro. La Citroen C3, acquistata dalla madre di Raffaella lo scorso aprile, faceva parte di una campagna di richiamo a causa di un airbag potenzialmente pericoloso. Nonostante i richiami, la Stellantis, casa produttrice del veicolo, non ha agito prontamente, mettendo a rischio la sicurezza degli utenti. Le associazioni Adusbef e Codacons hanno promosso una class action contro l’azienda, sottolineando che il rischio legato agli airbag difettosi era noto dal 2019.

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