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Prezzi bassi alla pompa, scoperto il “pezzotto”: ecco imprenditori e società coinvolti nella truffa. NOMI

L’aggiornamento

Caserta/Marcianise. Tra gli imprenditori coinvolti c’è l’ex patron di Ewa ed ora riferimento della Penta Petroli Vincenzo Salzillo, originario di Marcianise. Con lui sono indagati per truffa ai danni dello Stato altre sei persone, compresi quattro imprenditori. Ad insospettire la Finanza i prezzi bassi alla pompa, poco concorrenziali col mercato.

Sequestri di quote societarie anche per la Califano Servicedi Romolo Califano, (Castel San Giorgio, in provincia di Salerno), Vincenzo Torino (Vito Service),  Pa.gi. Carburanti di Volla, di Giuseppe Paparo, e Carbuarena, all’epoca gestita da Letizia Autore.

Il primo lancio

Santa Maria Capua Vetere/Caserta. All’ esito di una complessa attività investigativa, svolta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Caserta, su delega di questa Procura, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 5 società e 7 persone fisiche per un importo complessivo di oltre 112 milioni di Euro quale provento illecito di un’articolata frode carosello perpetrata nel settore dei prodotti energetici.

Le indagini svolte, a tutela del libero mercato e della concorrenza, hanno consentito acclarare – sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari l’esistenza di una rilevante “frode carosello”, che ha coinvolto l’intera filiera commerciale della vendita di carburanti, dal deposito fiscale sino ai distributori stradali, che ha operato con il solo scopo di evadere I’IVA.

Il sistema fraudolento è stato realizzato attraverso l’impiego di società cartiere che, direttamente o per il tramite di ulteriori società “filtro”, risultavano, solo figurativamente, cessionarie del carburante ed omettevano di versare l’imposta consentendo, in tal modo, alle imprese destinatarie del prodotto petrolifero di ottenere forniture a costi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato.

L’illecita attività, è stata realizzata secondo due distinti sistemi di frode: il primo, al termine di scadenza per la presentazione delle dichiarazioni annuali, poste in liquidazione o chiuse per cessata attività, omettendo di effettuare i versamenti d’imposta. Attraverso tale complesso schema fraudolento, nell’intero periodo d’indagine, sono stati immessi in consumo circa 600 milioni di litri di gasolio e benzina per autotrazione, con un’evasione IVA, pari a euro 112.965.407,40, che ha consentito, principalmente ad una società di distribuzione petrolifera proprietaria di circa 300 distributori stradali operanti sull’intero territorio nazionale, di ottenere forniture di carburante a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato ed effettuare la vendita, a prezzi concorrenziali.

Nelle annualità oggetto d’indagine, le società destinatarie del prodotto acquistato illecitamente mediante il collaudato sistema contabile, finalizzato ad abbattere la base imponibile con la conseguente riduzione del proprio carico fiscale, si sono avvalse di fatture per operazioni inesistenti per complessivi euro 201.009.787,86, emesse dalle imprese “cartiere”. Si precisa che la misura reale è stata disposta nell’ambito della fase delle indagini preliminari, che gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva, che le attività sono state caratterizzate da assenza di contraddittorio e che il Giudice della fase processuale potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.

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