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Foto fake delle compagne di scuola nude, Procura apre indagine su 3 casi: “Non possiamo punirli”

Aversa. La Procura apre un’indagine sullo scandalo deepfake nelle scuole. Si allarga il caso dei deepfake nelle scuole di Aversa. Dopo la denuncia delle famiglie delle vittime, la Procura di Napoli Nord ha ufficialmente aperto un’indagine per far luce sulla vicenda che ha scosso la comunità scolastica. Gli inquirenti stanno esaminando tre episodi distinti, avvenuti in due diversi istituti: il liceo Cirillo e l’istituto De Curtis, entrambi situati ad Aversa.

Secondo le prime ricostruzioni, un gruppo di studenti avrebbe utilizzato un’app basata sull’intelligenza artificiale per modificare digitalmente le immagini delle proprie compagne di classe, creando foto false e compromettenti. Questi contenuti sarebbero poi stati condivisi attraverso chat private, scatenando indignazione tra i genitori e l’intera comunità educativa.

Non possono essere puniti

Uno dei tre casi sotto indagine coinvolge inframinorenni, ovvero ragazzi al di sotto dell’età imputabile secondo la legge italiana. Ciò significa che, per loro, non sarà possibile procedere penalmente, sollevando ulteriori interrogativi sulla necessità di aggiornare la normativa in materia di reati digitali.

Le autorità giudiziarie stanno raccogliendo prove e testimonianze per determinare eventuali responsabilità e stabilire se vi siano i presupposti per procedere contro gli autori del gesto. L’accusa potrebbe rientrare nel reato di diffusione illecita di immagini a sfondo sessuale, aggravato dall’utilizzo di strumenti tecnologici per la manipolazione delle foto.

L’abuso dell’IA

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza digitale e sull’uso responsabile della tecnologia tra i più giovani. L’abuso di strumenti di intelligenza artificiale per la creazione di contenuti falsi rappresenta una minaccia crescente, con conseguenze devastanti per le vittime. Oltre al danno all’immagine e alla reputazione, le studentesse coinvolte stanno affrontando un forte impatto psicologico, con ripercussioni anche sulla loro vita scolastica e sociale.

Le famiglie delle vittime chiedono misure più severe e un maggiore controllo sull’accesso a queste tecnologie. Parallelamente, le istituzioni scolastiche stanno valutando l’adozione di programmi di sensibilizzazione per educare gli studenti sui rischi dell’abuso delle nuove tecnologie e sulle conseguenze legali delle loro azioni.

L’inchiesta della Procura di Napoli Nord rappresenta un primo passo verso l’accertamento delle responsabilità e potrebbe portare a un intervento normativo più ampio per affrontare il fenomeno dei deepfake e della manipolazione digitale delle immagini. Nel frattempo, la comunità di Aversa resta in attesa di sviluppi, con la speranza che episodi simili non si ripetano in futuro.