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Soldi dei Casalesi nei luoghi di vacanza, mazzata per 49. Ecco le 400mila intercettazioni

Casal di Principe. Parte il processo dopo l’inchiesta della Guardia di Finanza che  ha portato alla luce un’organizzazione criminale con sede a Cattolica, collegata ai clan camorristici dei Sarno e dei Casalesi. Le indagini hanno rivelato un sistema complesso di attività illecite, tra cui riciclaggio di denaro e corruzione, per un valore superiore ai 71 milioni di euro.

L’operazione ha coinvolto diverse province italiane, tra cui Avellino, Napoli, Salerno, Potenza, Matera, Pesaro-Urbino, Forlì-Cesena, Parma, Torino e Milano. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, la rete criminale operava sotto copertura di attività apparentemente legali, come ristoranti e sale scommesse.

Il processo e le accuse

Giovedì scorso, il giudice per l’udienza preliminare di Bologna, Domenico Truppa, ha disposto il rinvio a giudizio per 49 imputati. Le accuse spaziano dall’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, all’intestazione fittizia di beni, fino alla turbativa d’asta, alla corruzione e all’utilizzo di fatture false. Il processo prenderà il via l’11 giugno 2025 presso il Tribunale di Rimini.

Le attività sotto inchiesta

Gli investigatori hanno scoperto che l’organizzazione aveva ramificazioni in diversi settori economici. Tra le attività sotto sequestro figurano una pizzeria al taglio e una sala scommesse a Cattolica, oltre a un ristorante a Gabicce Mare. Secondo quanto emerso, il gruppo criminale usava false vincite al gioco per ripulire il denaro sporco e si assicurava appalti pubblici tramite corruzione e manomissione delle gare.

L’indagine e le intercettazioni

L’operazione “Darknet” è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Rimini sotto la direzione dei colonnelli Antonio Garaglio e Michele Ciarla. L’inchiesta, coordinata dall’ex procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e dalla procuratrice capo di Rimini Elisabetta Melotti, è durata tre anni e ha portato a oltre 80 perquisizioni in tutta Italia. Gli investigatori hanno intercettato oltre 412.000 conversazioni telefoniche legate a 31 utenze telefoniche.

Questo caso dimostra come la criminalità organizzata sia in grado di infiltrarsi nel tessuto economico locale, utilizzando aziende legittime come facciata per attività illecite su vasta scala.