CASERTA/MACERATA CAMPANIA/SANTA MARIA A VICO/CERTVINO/PORTICO/MARCIANISE/CASAPULLA/SAN PRISCO. C’è un caso relativo alle intercettazioni nel processo alle 33 persone coinvolte nell’inchiesta sulle false pensioni di invalidità. Tra gli imputati ci sono medici, avvocati, dipendenti pubblici e titolari di patronato. Nell’ultima udienza è stata sollevata l’eccezione sull’utilizzabilità dei dialoghi captati nel corso delle indagini. Il giudice si è riservato di decidere entro la prossima udienza fissata a novembre.
L’indagine
Tra i coinvolti pure un dipendente comunale che forniva ai complici anche le informazioni anagrafiche necessarie per compilare le domande e che avrebbe anche ottenuto da un medico compiacente il certificato falso per non andare a lavoro, aiutando un poliziotto della Questura di Caserta ma in servizio alla Procura di Santa Maria Capua Vetere nella pratica di invalidità della moglie; in cambio, il poliziotto gli avrebbe rivelato le indagini a suo carico ed e’ per questo indagato per rivelazione di segreto d’ufficio.
Tra gli indagati anche un funzionario dell’Inps di Caserta delegato al contenzioso giudiziario, che secondo gli inquirenti era un collaboratore di fatto dell’avvocato, cui passava informazioni sensibili e da cui veniva remunerato con uno “stipendio” fisso. Secondo quanto accertato, il modus operandi si basava sulla preparazione da parte del funzionario Inps dei ricorsi contro il suo stesso Ente; ricorsi che l’avvocato portava in giudizio; entravano quindi in azione i medici che producevano i certificati falsi che permettevano ai falsi invalidi di raggiungere la percentuale di invalidita’ richiesta dalla legge per aver diritto all’indennita’ o alla pensione.
Alcuni di questi, i finanzieri casertani li hanno beccati in flagranza, fotografandoli per strada mentre sbrigavano faccende che non avrebbero dovuto fare, come la spesa; emblematica la foto in cui il falso invalido aiuta a scendere dall’auto una persona con le stampelle. Una tipica vicenda di falsi invalidi – l’indagine e’ stata denominata “Smart Welfare” – in cui emerso il ruolo di primo piano di un avvocato casertano, che oltre a ideare e organizzare l’intero sistema truffaldino, avrebbe anche gestito le pratiche per il riconoscimento dell’invalidita’ civile, pretendendo per se’ il 40-50% di quanto liquidato dall’Inps; al legale sono stati anche contestati reati fiscali per aver usato fatture false per le dichiarazioni degli anni dal 2011 al 2014.