San Cipriano D’Aversa. Resta in carcere il presunto capo dell’associazione a delinquere finalizzata alla formazione di falsi documenti di guida e attestati di residenza e lavoro da cedere
P. Di D., 52enne di San Cipriano d’Aversa, rimane in carcere. I carabinieri della compagni di Caserta, nel giugno scorso, hanno arrestato l’uomo perché coinvolto in un giro di false patenti e permessi di soggiorno a stranieri, molti dei quali residenti al Nord Italia, soprattutto in Veneto. Giro d’affari che ha fruttato circa 250mila euro.
La quinta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Rossella Catena, ha rigettato il ricorso presentato dal 52enne sanciprianese, attraverso il suo legale, avverso l’ordinanza del tribunale delle Libertà che confermava il provvedimento col quale il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva disposto la misura cautelare della custodia in carcere per Di D., accusato di essere il capo promotore di una associazione a delinquere finalizzata alla formazione di falsi documenti di guida e attestati di residenza e lavoro da cedere, dietro compenso, a cittadini extracomunitari che ne avessero fatto richiesta.
Stando al legale dell’imputato, la pronuncia del Riesame del tribunale di Napoli ha erroneamente considerato la posizione dello stesso come capo del vincolo associativo e la sussistenza delle esigenze cautelari.
Per la Suprema Corte il ricorso è infondato poiché: “il tribunale del Riesame ha adeguatamente motivato sulla sussistenza dell’ipotesi associativa rilevando come l’attività illecita, assidua e continuativa, consumata dal prevenuto fosse stata rese possibile da una pluralità di consapevoli contributi”. Sulle esigenze cautelari la Cassazione ha ritenuto “sussistente il pericolo di reiterazzazione della condotta criminosa”.