L’AGGIORNAMENTO
CASAL DI PRINCIPE/TRENTOLA DUCENTA. In carcere sono stati condotti lo storico esponente del clan, Raffaele Della Volpe, il suo fedelissimo Luciano Esposito e l’altro indagato Francesco Saverio Pirozzi, mentre ai domiciliari sono stati posti Sebastiano Iannone ed Elio Roma, noto imprenditore dei rifiuti condannato in passato per traffico illecito di rifiuti, ritenuto da sempre vicino al clan.
CASAL DI PRINCIPE/TRENTOLA DUCENTA. Sono finiti “pezzi grossi” nella retata messa in atto questa notte dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe. Tra i nomi emersi nell’elenco dei cinque arrestati ci sono, infatti, quello di Raffaele Della Volpe, dell’limprenditore Elio Roma di Trentola Ducenta, già destinatario di confisca, e di Luciano Esposito.
La fazione coinvolta, a giudicare dal profilo dei nomi, è quella riferibile ai Bidognetti nelle sue diverse diramazioni all’interno dell’agro aversano con particolare riferimento all’area compresa tra Aversa, Trentola Ducenta e Lusciano.
IL PRIMO LANCIO
CASAL DI PRINCIPE. In data odierna i militari della Compagnia Carabinieri di Casal di Principe hanno dato esecuzione un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 persone (3 in carcere, 2 agli arresti domiciliari), ritenute responsabili, a vario titolo, di “estorsione aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio e usura”. Le indagini, condotte dai militari e coordinate dalla Procura, hanno permesso di fare luce su un episodio estorsivo commesso, da parte di soggetti storicamente legati al clan dei casalesi, ai danni di due soggetti nel periodo ricompreso tra febbraio 2024 e la data odierna.
Le vittime sarebbero state oggetto di richiesta di denaro ammontante a circa 100.000,00 euro, derivante da un pregresso debito di circa 45.000,00 euro elargito, a tasso usuraio, da uno degli odierni indagati. Il creditore, unitamente ad elementi appartenenti alla criminalità organizzata, avrebbe organizzato degli incontri per intimare alle vittime di restituire la somma dovuta. Tali riunioni non avrebbero tuttavia sortito l’effetto sperato portando i soggetti destinatari della misura alla decisione di passare all’azione.
Nell’aprile alcuni degli indagati si sarebbero infatti recati nei pressi dell’abitazione di una delle due vittime e avrebbero dato fuoco a delle autovetture, successivamente risultate a loro non riconducibili. L’evento avrebbe sortito l’effetto desiderato portando i creditori a versare, nelle mani dei sodali, l’importo di circa 5.000,00 euro come prima trance di pagamento del debito dovuto. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
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