CASERTA/MACERATA CAMPANIA/SANTA MARIA A VICO/CERTVINO/PORTICO/MARCIANISE/CASAPULLA/SAN PRISCO. Entrano le intercettazioni nel processo alle 34 persone coinvolte nell’inchiesta sulle false pensioni di invalidità. Tra gli indagati che dovranno comparire in tribunale ad ottobre ci sono medici, avvocati, dipendenti pubblici e titolari di patronato.Nell’ultima udienza è stata ammessa la costituzione delle parti civili: Asl, Inps e Comune di Caserta.
Coinvolti nell’inchiesta a vario titolo Andrea Isernia, avvocato di Caserta; Antonietta Sorbo, titolare di un patronato di Casapulla; Elpidio Santonastaso, ex dipendente del Comune di Caserta; Arcangelo Mezzacapo, di Caserta; Giuseppe Gesumaria, di Caserta; Massimo Nuzzo, di Santa Maria a Vico; Alfonso Pisaturo, di Piedimonte Matese; Antonio Vinciguerra, di Caserta; Maurizio Marra, di Caserta; Serafina Mincione, di Formicola; Nicola Vaiano, di Portico di Caserta; Fausta Maria Concetta Vitadamo, di Caserta; Francesco Piccirillo, di Macerata Campania; Clemente Piscitelli, di Cervino; Venera Smeragliolo, di Marcianise; Mario Negro, di Marcianise; Francesca Gravina, di Portico di Caserta; Mario Terrigno, di Castelforte (Latina); Celestina Di Felice, di San Prisco; Lucia Milena Verrilli, di Mondragone; Vincenzo Pasquariello, di Caserta; Maria Merola, di Casapulla; Annina Raucci, di Marcianise; Rosa Stellato,di Macerata Campania; Enrichetta Dell’Oste, di Casapulla; Angelina Moro, di Curti; Vincenzina Petrazzuolo, di Caiazzo; Teresa Russo, di Marcianise; Pietro Edattico, di Marcianise; Michele De Simone, di San Nicola la Strada; Anna De Siato, di Piana di Monte Verna; Angela Macchiarella, di Caserta; Giuseppe Del Monaco, di Caserta; Felice Mezzullo, di Caserta.
L’indagine
Tra i coinvolti pure un dipendente comunale che forniva ai complici anche le informazioni anagrafiche necessarie per compilare le domande e che avrebbe anche ottenuto da un medico compiacente il certificato falso per non andare a lavoro, aiutando un poliziotto della Questura di Caserta ma in servizio alla Procura di Santa Maria Capua Vetere nella pratica di invalidità della moglie; in cambio, il poliziotto gli avrebbe rivelato le indagini a suo carico ed e’ per questo indagato per rivelazione di segreto d’ufficio.
Tra gli indagati anche un funzionario dell’Inps di Caserta delegato al contenzioso giudiziario, che secondo gli inquirenti era un collaboratore di fatto dell’avvocato, cui passava informazioni sensibili e da cui veniva remunerato con uno “stipendio” fisso. Secondo quanto accertato, il modus operandi si basava sulla preparazione da parte del funzionario Inps dei ricorsi contro il suo stesso Ente; ricorsi che l’avvocato portava in giudizio; entravano quindi in azione i medici che producevano i certificati falsi che permettevano ai falsi invalidi di raggiungere la percentuale di invalidita’ richiesta dalla legge per aver diritto all’indennita’ o alla pensione.
Alcuni di questi, i finanzieri casertani li hanno beccati in flagranza, fotografandoli per strada mentre sbrigavano faccende che non avrebbero dovuto fare, come la spesa; emblematica la foto in cui il falso invalido aiuta a scendere dall’auto una persona con le stampelle. Una tipica vicenda di falsi invalidi – l’indagine e’ stata denominata “Smart Welfare” – in cui emerso il ruolo di primo piano di un avvocato casertano, che oltre a ideare e organizzare l’intero sistema truffaldino, avrebbe anche gestito le pratiche per il riconoscimento dell’invalidita’ civile, pretendendo per se’ il 40-50% di quanto liquidato dall’Inps; al legale sono stati anche contestati reati fiscali per aver usato fatture false per le dichiarazioni degli anni dal 2011 al 2014.