CASAL DI PRINCIPE. “Ci porti sulla coscienza a me e a tuo figlio Ivanhoe”. Sono queste le parole che Emanuele Libero Schivone, ultimo figlio di Sandokan, ha rivolto al padre il 20 marzo del 2024 nel carcere di Parma.
Il colloquio con le figlie
Questa la ricostruzione dei fatti resa dalla collega Marilena Natale. Il 27 di febbraio Angela e Chiara Schiavone, vanno al colloquio con il padre. Nella conversazione le sorelle invitano al padre di parlare con Emanuele ch e voleva ritornare a Casal di Principe. Il padre ascolta e dice alle figlie che il giovane lo scriveva poco, ma agli inizi di marzo le cose cambiano e Francesco Schiavone decide di collaborare con la giustizia.
La videochiamata con la madre
Il 14 marzo Giuseppina Nappa, madre di Emanuele e moglie di Sandokan, nel corso del colloquio in videochiamata con Emanuele rinchiuso a Siracusa, invita al figlio di non tornare a Casal di Principe. Il giovane rampollo criminale attacca la madre e rifiuta in maniera categorica di andare sotto protezione, definendo la scelta del padre una vergogna.
“Ma, papà facendo questo dopo 25 anni e otto mesi, fa ridere tutto il mondo, i sono 50 percorsi alternativi”. E’ chiaro quindi il rifiuto di Libero che conclude la conversazione con la madre dicendo “una volta che tu ti penti, non abbiamo più nessuno o ci uccidono e ci dobbiamo difendere, Mamma questo è Ciccio Schiavone , non è Nicola”. A quel punto la procura organizzò un trasferimento da Siracusa a Parma, per consentire a Francesco Schiavone di convincere il figlio.
Il boss rinnegato con un bacio
Emanuele appena entrato nella stanza, bacia sulla bocca il padre attraverso il vetro, ma l’amore per il genitore suo idolo, suo mentore non è abbastanza quindi non cede, lui che quando a pentirsi fu l fratello, non esitò a rinnegarlo schierandosi dalla parte del padre, lo guarda fisso e dice “dobbiamo far ridere la gente?Devi far ridere San Cipriano?Ci porti sulla coscienza a me e tuo figlio Ivanhoe” Francesco Schiavone per un’ora cerca di convincere il figlio che in maniera categorica dice NO. A quel punto il capo clan, neo collaboratore si alza, Emanuele si avvicina al vetro per baciarlo, ma diversamente da prima,Sandokan gira il volto rifiutando il bacio del figlio ed esce dalla sala colloqui. Emanuele rientra nel suo carcere per essere scarcerato ad Aprile e dopo 7 giorni comincia ad organizzare le file criminali.