CESA/SUCCIVO. Ha confessato l’omicidio derubricandolo però a lite per viabilità. Così ieri Antonio Mangiacapre, il 53enne operaio originario di San Cipriano d’Aversa, ora residente a Cesa, si è tolto di dosso un primo macigno, ammettendo di essere il responsabile dell’uccisione dei fratelli Marco e Claudio Marrandino, 39 e 29 anni di Cesa.
Il gip ha convalidato il fermo lasciando l’uomo in carcere. Nel corso dell’ammissione Mangiacapre ha detto di aver estratto la pistola al termine di una discussione legata alla viabilità: i Marrandino gli avrebbero infatti tagliato la strada.
La comunità cesana aspetta ora di dare l’ultimo saluto alle due vittime dopo il momento di raccoglimento di ieri, al quale ha partecipato anche il sindaco Enzo Guida: “C’era una chiesa gremita, che non è riuscita a contenere le tante persone che hanno voluto partecipare alla veglia di preghiera per Marco e Claudio Marrandino. In tanti hanno atteso all’esterno, su Piazza De Michele. Ero stato, dapprima, alla marcia organizzata a Casapesenna, San Cipriano e Casal di Principe.
Un corteo partecipato per dire “No alla Violenza”, per gridare la ferma opposizione delle comunità, alla ripresa di attività criminali in quei paesi.
Una manifestazione che “idealmente” aveva ricompreso, nei contenuti, quanto avvenuto a Cesa, con la tragica morte di Marco e Claudio.
Dopo aver partecipato, per poco, a quella marcia, sono arrivato a Cesa. Vedere la comunità, la nostra comunità, raccolta intorno alla famiglia Marrandino mi ha fatto comprendere, ancora di più, quanto siamo colpiti, scossi, lacerati da questa vicenda. l dolore dei genitori, il dolore di Rosa, la moglie di Marco, il dolore di Federica, la fidanzata di Claudio, il dolore dei fratelli Giovanni e Michele, lo possiamo solo immaginare e non può essere paragonato a quel che stiamo provando tutti.
Ieri la popolazione ha risposto all’invito alla preghiera ed al raccoglimento formulato dal Parroco e dall’Amministrazione Comunale, perchè c’era un bisogno di esprimere sentimenti, perchè c’era il bisogno di essere vicini alla famiglia Marrandino.
Ho lanciato un APPELLO E SPERO CHE GIUNGA AD ANTONIO MANGIACAPRE.
Chiarisci, spiega, perchè hai commesso questo GESTO.
Dai una ragione, una motivazione, qualunque essa sia: c’è una famiglia che non si da pace, c’è un paese sbigottito.
Te lo chiede un PAESE INTERO ed io, a nome della comunità che rappresento, TE LO CHIEDO.
Sei anche tu padre, prova per un attimo, a metterti nei panni dei genitori di Marco e Claudio e capirai il senso di questo APPELLO.
L’invito che ho formulato a tutti e di stare vicino alla famiglia Marrandino, di non lasciarli soli, nemmeno nel futuro.
E soprattutto dobbiamo rispondere alla VIOLENZA CON LA PACE E CHIEDENDO GIUSTIZIA.”