Skip to main content

Legami coi narcos, nuova mazzata per l’imprenditore ed ex patron del club

Villa Literno. Nuovo brusco stop peerl’imprenditore dei trasporti di Villa Literno ed ex patron della locale squadra di calcio Giovanni Fontana. Il tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di sostituzione della misura cautelare avanzata dai legali di Fontana, recluso per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, all’esito delle indagini condotte nei confronti dell’organizzazione del noto narcotrafficante Raffaele Imperiale. Lo staff legale aveva chiesto la revoca del carcere e la sostituzione con gli arresti domiciliari fuori regione, con destinazione in provincia di Torino.

La richiesta è stata respinta e dunque l’imprenditore liternese resta ancora in carcere. Dall’analisi del materiale acquisito a seguito della decrittazione dei sistemi Eurochat e Sky ECC è emerso che nel 2021 il Fontana ha messo a disposizione del sodalizio di Imperiale un deposito per occultare 600 kg. di cocaina all’interno di due container diretti in Australia.

Il super narcos Imperiale

Nel corso degli interrogatori resi dopo l’esecuzione della misura cautelare, Imperiale ha confermato il coinvolgimento di Fontana nella predetta operazione con l’Australia e descritto altri traffici illeciti compiuti con la collaborazione dell’imprenditore liternese: dapprima due operazioni di trasporto dal Brasile, tra il 2008 e il 2010, di complessivi 6.000 kg. di cocaina e, in seguito, tra il 2017 e il 2021, una decina di trasporti dall’Olanda allorquando, avvertendo l’esigenza di dotarsi di autotrasportatori efficienti e fidati, decise di ricontattare il Fontana tramite Ursini Daniele (anch’egli tratto in arresto nel mese di novembre u.s.). Quest’ultimo ha confermato la circostanza nel corso dell’interrogatorio del 13 dicembre 2022.

 

Compenso per il casertano di 7 milioni

 

Per le predette attività, secondo quanto dichiarato da Imperiale, Fontana avrebbe ricevuto un compenso di oltre 7 milioni di euro. Al giudizio di pericolosità sociale di Fontana Giovanni hanno contribuito anche i precedenti per rapina, furto e armi e gli apporti dichiarativi di due collaboratori di giustizia, già esponenti di spicco delle fazioni Schiavone e Zagaria del clan dei casalesi, che lo hanno descritto come un imprenditore colluso con il gruppo di Zagaria Michele, Fondati indizi per formulare un giudizio di pericolosità sociale sono stati ravvisati anche nei confronti di Fontana Michele, gravato da precedenti penali e legato al fratello Giovanni da vincoli societari che lo hanno portato alla totale condivisione non solo delle strategie commerciali ma anche di quelle di natura illecita, come emerso dalle verifiche sulla gestione delle aziende di trasporto e degli impianti di trattamento rifiuti da parte dei due germani.

 

Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una evidente sproporzione, nel periodo 2002-2021, tra i redditi dei due imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari e le relative possidenze.