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Lei lo denuncia dopo l’aggressione, lui non si arrende: ora è agli arresti

ALIFE. I Carabinieri della Stazione di Alife, nella sera del 22 aprile 2024, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di S. Maria Capua Vetere – su conforme richiesta della Procura della Repubblica – con la quale è stata disposta una misura cautelare degli arresti domiciliari, nei confronti di un soggetto, gravemente indiziato, fatta salva la presunzione di innocenza, del delitto di maltrattamenti in famiglia e lesioni con l’aggravante dall’aver commesso i fatti in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata da questo Ufficio di Procura, ha permesso di acquisire elementi di accusa contestati all’indagato per reiterate e gravi percosse, molestie, ingiurie e atti intimidatori messi in atto nei confronti della compagna convivente, posti in essere al culmine di litigi caratterizzati dalla gelosia verso la persona offesa e debordati in violenti impulsi aggressivi. Le indagini hanno avuto inizio a seguito della richiesta dei familiari della vittima dopo l’ennesimo episodio violento nei confronti della persona offesa che, nel frangente, veniva colpita con schiaffi e pugni causandole contusioni e tumefazioni al volto e sul collo. A seguito di tale ultimo evento la vittima, superando le proprie paure e la situazione di intenso disagio psicologico, ha dettagliatamente descritto le condotte dell’indagato che si protraevano dal mese di settembre 2023 e con condotta perdurante.

I conseguenti riscontri investigativi hanno consentito di raccogliere i necessari e gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso di ricostruire la brutale vicenda in danno della donna, con la procedura d’urgenza del c.d. “Codice Rosso” (L. 69/2019 avente ad oggetto disposizioni in materia di violenza domestica e di genere). Nonostante la pendenza dell’azione cautelare messa in atto con urgenza dalla Procura, nel corso delle attività investigative delegate e dei protocolli di sicurezza adottati in favore della vittima, i Carabinieri attuavano un dispositivo di vigilanza dinamica che consentiva di accertare che l’indagato si recava più volte a casa della vittima.