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Una città a pezzi, così crolla il patrimonio storico

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). Una comunità che non riesce a tutelare le sue testimonianze storiche ed artistiche è inevitabilmente destinata a non programmare e realizzare il suo futuro.

E’ quanto sta avvenendo da tempo nella gloriosa città del foro (una volta) dove il ricco patrimonio artistico e storico di vecchie strutture ed immobili si sta sbriciolando sotto gli occhi di distratti amministratori in tutt’altre faccende affaccendati.

L’elenco è lungo e piange il cuore ai più anziani assistere alla distruzione di opere che avevano reso santa Maria la prima città di Terra di Lavoro. Lo scempio è sotto gli occhi di tutti, basta fare un giro per il centro storico ed accorgersi del degrado, dell’incuria e dell’abbandono in cui versano i “gioielli” della città. I più noti ed evidenti sono: Palazzo Teti – Maffuccini con il tetto crollato e per la cui ristrutturazione sono stati impegnati ben tre milioni di euro, ma i lavori non hanno mai inizio, il vecchio carcere borbonico “san Francesco” del ministero di Grazia e Giustizia con il tetto crollato (nella foto) ed invaso dalle erbacce, l’ex istituto per ciechi e sordomuti “Gaetano Cappabianca”, ristrutturato a suon di milioni e da anni abbandonato, depredato di tutto e in rapido degrado, l’ex istituto “santa Teresa”, con milioni spesi, ma a vuoto, con l’immobile in un oltraggioso dissolvimento, il complesso della chiesa dei Sacri cuori in completo abbandono, il palazzo Mazzocchi (privato) da anni puntellato e abbandonato, i locali di piazzetta Fratelli dei Simone, sgomberati dagli abusivi ma lasciati al loro destino e l’elenco potrebbe ancora continuare.

Uno spreco di danaro pubblico senza fine che pesa sui contribuenti e che non ha portato a nulla di buono per la città. Ma anche altri servizi pubblici lasciano a desiderare: verde pubblico, illuminazione pubblica (dalla villa comunale fino a via Mazzocchi ci hanno segnalato ben 31 punti luce non funzionanti), il cimitero, la viabilità, la mancanza di un pronto soccorso, il traffico ed altro. Di soldini se ne spendono, ma la città non si avvede di alcun miglioramento e soprattutto ci si rende conto che i progetti lasciano i tempi che trovano, ci vuole concretezza e soprattutto rispetto per il glorioso passato della nostra città ed offrire servizi alla comunità e non piste ciclabili invase dalle mercanzie di alcuni commercianti.