CARINOLA. Alta tensione, ieri, nella Casa circondariale di Carinola, dopo che una fruttuosa perquisizione della Polizia Penitenziaria ha portato al rinvenimento di telefoni cellulari e droga nelle celle.
“Ieri c’è stata una perquisizione straordinaria, iniziata alle 5 di mattina e che ha visto la partecipazione di personale di Polizia Penitenziaria proveniente anche da altri carceri regionali”, spiega Tiziana Guacci, segretario per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Sono state perquisite tre Sezioni del nuovo Reparto. La perquisizione ha portato al ritrovamento di sostanze stupefacenti e ad una decina di smartphone. Durante la perquisizione ci sono stati attimi di tensione, nonostante il cospicuo numero di agenti presenti: due detenuti, in particolare, non accettando il fatto che era stato sequestrato loro un telefono cellulare, hanno cercato lo scontro fisico con il personale, cosa scongiurata solamente grazie alla professionalità di quest’ultimi”.
Guacci spiega che “la tensione di è prolungata per l’intero turno mattutino ed è terminata solo grazie all’impegno e alla caparbietà del Comandante di reparto e dei suoi vice che sono riusciti ad ottenere il trasferimento immediato dei due detenuti. Un plauso a tutto il personale di Polizia in servizio a Carinola che, nonostante l’interminabile turno, sono riusciti, pur se tra mille difficoltà, a contenere i due ribelli, concludendo la giornata con l’operazione di traduzione di quest’ultimi in altra sede penitenziaria, trasferimento avvenuto alle ore 17”. Per la sindacalista, “i rinvenimenti di droga e cellulari sono il risultato del costante monitoraggio della attenta vigilanza attuata ogni ora del giorno dai poliziotti”.
“Il SAPPE”, commenta Donato Capece, segretario generale, “esprime il proprio compiacimento al Personale che ha operato, a riprova della professionalità e attaccamento al dovere delle donne ed uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Carinola, vero “carcere di frontiera” per le critiche condizioni operative e strutturali in cui versa”. Il leader del SAPPE conclude ricordando che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’ingresso di telefonini ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.