SANTA MARIA CAPUA VETERE. Una serie di “no” e di proposte costruttive che uniscono, nel segni di una profonda critica alle politiche europee, diverse categorie di lavoratori, da quelli del comparto agricolo che da giorni protestano in tutta Italia e in Europa ai balneari, anch’essi impegnati in un braccio di ferro con Bruxelles, passando per i pescatori e i ristoratori, i piccoli esercenti e le partita Iva. Una serie di punti raccolti in un documento unitario che anche gli agricoltori casertani stamani hanno diffuso al presidio allestito all’esterno del casello A1 di Santa Maria Capua Vetere e che sarà consegnato al prefetto di Caserta nella riunione di oggi pomeriggio.
Gli agricoltori e le altre categorie dicono “no all’Europa di sussidi ineguali, che foraggiano la rendita improduttiva e rendono la nostra produzione schiava dell’assistenzialismo e del ricatto di chi gestisce i fondi”, e “si ad un piano di rilancio della economia di territorio, della piccola e media impresa garantendo il controllo del mercato dalle distorsioni speculative”. Altri no riguardano “l’eolico e il fotovoltaico selvaggio a terra, nel mare e lungo le coste”, quindi “gli accordi di Libero scambio Europei, i green corridor ed gli altri accordi internazionali basati sulla importazione di materie prime a basso costo in cambio di vantaggi per l’industria e la finanza, il Made in Italy di marchi speculativi in mano a sciacalli che schiacciano territori e produzioni, a favore invece di un Made in Italy fatto dai nostri agricoltori, pescatori, balneari, ristoratori, artigiani e dai nostri lavoratori tutti”. Si chiede inoltre la garanzia che i prezzi alla produzione remunerino il lavoro e gli investimenti, con il prezzo minimo garantito oltre i costi produttivi”.
C’è poi il “no all’aumento dei costi produttivi (carburanti, energia, input, servizi) incontrollati e insostenibili per piccole e medie imprese e per i consumatori”, il “no” alla concorrenza sleale, con l’introduzione di norme, l’applicazione di clausole di salvaguardia e di controlli effettivi che tutelino e garantiscano il principio per cui prodotti e servizi importati devono avere le stesse condizioni di sicurezza, di rispetto del lavoro che sono applicate ai produttori e fornitori di servizio italiani per tutte le categorie produttive e a tutela dei diritti dei lavoratori”. C’è infine la “moratoria dei debiti fiscali e bancari per tutte le aziende che, a causa del covid e del crollo dei redditi sono ridotte allo stremo, la ristrutturazione delle esposizioni garantita dal pubblico, un piano di accesso al credito per il rilancio della produzione di territorio, dei servizi e della piccola media impresa anche contrattando misure in deroga con la Commissione Europea come prevedono le clausole dei trattati”.