CAPUA/SANTA MARIA CAPUA VETERE. Domenica di mobilitazione nel Casertano: da stamattina circa 40 trattori presidiano l’imbocco di Santa Maria Capua Vetere dell’autostrada Roma-Napoli. Automobilisti costretti a viaggiare a ritmo blando, anche se i manifestanti hanno comunque preservato una corsia per la circolazione. Stesso scenario fuori dal casello di Capua.
“L’emergenza brucellosi in Campania non può essere gestita solo dalla Regione ma occorre un intervento serio del Govenro. Siamo dalla parte degli allevatori bufalini che, insieme con gli agricoltori, stanno portando avanti una battaglia di sensibilizzazione nonostante siano constantemente penalizzati e derisi dal presidente De Luca”. Così in una nota l’eurodeputato della Lega Valentino Grant. “Sostengo l’idea di un commissario nazionale per l’emergenza brucellosi. Gli allevatori, già messi sotto pressione dalle continue e assurde richieste di Bruxelles, hanno bisogno di risposte. Occorre tutelare l’intera filiera – aggiunge – che produce il nostro ‘oro bianco’, la mozzarella di bufala campana, un’eccellenza italiana che vanta in provincia di Caserta livelli occupazionali di primissimo piano con aziende di alto livello produttivo, sia in termini qualitativi che quantitativi”.
La mobilitazione nel Salernitano
Anche gli agricoltori della Piana del Sele si sono mobilitati. Decine di operatori, con i loro trattori, hanno protestato dinanzi allo stadio ‘Pastena’ di Battipaglia (Salerno) per sollecitare misure che possano permettere, hanno spiegato, la sopravvivenza delle numerose aziende agricole della zona. La Piana del Sele conta numerose aziende che operano non solo nel settore dell’allevamento bufalino e degli ovini ma anche nella quarta e quinta gamma dell’ortofrutta.
Le ragioni della protesta sono quelle espresse dagli agricoltori di altre località: si va dall’aumento del costo delle materie prima a quello dei carburanti. E i loro prodotti però finiscono sul mercato, denunciano, sempre allo stesso prezzo, cancellando così di fatto qualsiasi margine di guadagno o addirittura della copertura delle spese. A rischio, dicono i manifestanti, sono prevalentemente le piccole e medie imprese, per la stragrande maggioranza a conduzione familiare che devono fare i conti anche con la difficoltà di reprire la manodopera. A dare la solidaroetà agli agricoltori sono stati anche i rappresentanti di altri comparti produttivi.