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Appalti e clan, gli indagati sono 6: ecco le misure e le residenze

 

CALVI RISORTA/SAN CIPRIANO D’AVERSA/CASAL DI PRINCIPE/CASERTA/CASAPULLA/PIEDIMONTE MATESE. Due imprenditori e un professionista ex dirigente pubblico arrestati per collusione con il clan dei Casalesi in relazione a due appalti pubblici a Calvi Risorta; appalti da tre milioni di euro relativi ai lavori di manutenzione straordinaria della viabilità comunale, adeguamento sismico ed efficientamento energetico di un plesso scolastico. E’ il bilancio dell’ultima indagine sui “colletti bianchi” del clan coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed effettuata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, sviluppatasi attraverso intercettazioni telefoniche. Le accuse sono di turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa.

I nomi e le misure

In carcere Tullio Iorio, 49 anni, originario di San Cipriano d’Aversa e residente a Villa di Briano e Raffaele Pezzella, 58 anni, originario di Casal di Principe e residente a Caserta; ai domiciliari Piero Cappello, 60 anni, originario di Piedimonte Matese, residente a Caserta e responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Calvi Risorta. Indagati a piede libero in 3 per i quali è stata rigettata la misura richiesta: Carlo D’Amore di Casapulla, Giuseppe Napoletano di Casal di Principe e Carmine Petrillo di Caserta.

L’inchiesta

L’inchiesta ha permesso di accertare la capacità ancora intatta del clan dei Casalesi di condizionare gli appalti degli enti pubblici; in particolare il professionista, in qualità di responsabile dell’Ufficio tecnico comunale e componente della commissione aggiudicatrice della gara, avrebbe attraverso uno stratagemma informatico modificato l’elenco delle ditte sorteggiate da invitare alla gara, ricavate, come normalmente previsto dall’iter, dalla piattaforma consortile Asmel; così facendo avrebbe dunque avvantaggiato le aziende dei due imprenditori ritenuti collusi, permettendo loro di aggiudicarsi gli appalti per conto del clan. E’ inoltre emerso che i due imprenditori, attraverso la gestione occulta di alcune società, avrebbero mosso e distratto soldi liquidi sottraendoli così ad eventuali misure di prevenzione, e destinandoli al Clan dei Casalesi .

La Procura della Repubblica di Napoli ha disposto anche il sequestro della totalità delle quote di partecipazione al capitale di due società con sede a Napoli e Caserta, delegando per l’esecuzione del provvedimento il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria – Gruppo Investigativo Antiriciclaggio – della Guardia di Finanza di Roma.