Skip to main content

Omicidio Maione, l’autore finisce in gattabuia dopo condanna definitiva

San Felice a Cancello/Santa Maria a Vico. E’ stato prelevato dai carabinieri questa mattina presso la sua abitazione zona Talanico di San Felice a Cancello, Carmine Mauro anni 38, ristretto già agli arresti domiciliari.

I carabinieri di San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico hanno eseguito la misura in carcere dopo la condanna definitiva per omicidio preterintenzionale a 6 anni e mezzo, dopo il patteggiamento in appello, rispetto ad una condanna in primo grado ad anni 9.

Mauro è stato spedito in carcere oggi nel giorno in cui la vittima, Giovanni Maione di Santa Maria a Vico, detto il Leone avrebbe compiuto 46 anni.

I fatti sono del 7 novembre 2021 e accaddero presso la pompa di benzina in tenimento di Forchia. Maione dopo alcuni giorni accusò il malore che lo ha gradualmente portato alla morte.

 

Fu un massacro messo in atto

sotto gli occhi delle due dipendenti dell’area di servizio

La vittima venne ricoverata in ospedale dal 22 novembre per una emorragia cerebrale che lo aveva colpito a distanza di diversi giorni dall’episodio. Un’agonia lenta che lo portò al decesso, causato proprio da quei colpi che gli erano stati inferti, il 15 dicembre, come è stato accertato dalla Procura dopo l’autopsia.

 Le due dipendenti del distributore di carburante Ewa dove nella notte tra il 6 e il 7 novembre avvenne l’aggressione sono state ascoltate nel corso delle indagini. Una ha riferito di aver sentito i due urlare e di aver notato Carmine aggredire Maione visibilmente sanguinante.

Era intervenuta per dividerli ma “Carmine” era più forte e la vittima, pur cercando di reagire, non riusciva, nonostante l’intervento di un amico di Maione che pure aveva provato a separarli. La donna riferì anche di aver visto Mauro prendere un oggetto di metallo dietro la 500L con cui aveva raggiunto il distributore e colpire la vittima, che perdeva sangue anche dalla mano.

L’altra dipendente che quella sera era in servizio all’interno del bar annesso al distributore disse  di non aver assistito all’aggressione ma di ricordare l’iniziale atteggiamento amichevole tra la vittima e Mauro, ma di aver notato le condizioni di Giovanni Maione dopo essere rientrato nel bar: “Era tutto sanguinante, perdeva sangue dalla bocca, forse aveva perso qualche dente e anche dalla mano sinistra”.

Davvero un episodio assurdo, una morte orrenda ed ingiusta…