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Millenario della morte di Santo Stefano Minicillo, partono le celebrazioni solenni

MACERATA CAMPANIA. Inizieranno oggi i solenni festeggiamenti in occasione del millenario della morte di Santo Stefano Minicillo, vescovo e patrono della città e diocesi di Caiazzo. Nato a Macerata Campania nella prima metà del decimo secolo – ebbe una vita molto lunga – morì a Caiazzo il 29 ottobre del 1023 nella città della quale fu vescovo per circa mezzo secolo. Imponente il programma delle celebrazioni messo a punto dall’ente parrocchiale guidato da don Rosario Ventriglia.

I fedeli, insieme alle autorità civili, militari e religiose, accoglieranno le spoglie del santo, nel pomeriggio di domani, ai confini del territorio parrocchiale nel comune di Curti, e in processione raggiungeranno la chiesa dove l’arcivescovo di Capua Salvatore Visco presiederà la solenne celebrazione eucaristica.

Il corpo del santo, che ha già visitato la comunità di Macerata Campania negli anni passati, rimarrà in parrocchia per molti giorni facendo tappa anche nella sua casa natia nella strada che porta il suo nome e che fu il luogo di uno dei prodigi attribuiti già in vita a Stefano: si racconta che fosse solito distribuire il pane del forno familiare ai poveri senza che ne mancasse alcun pezzo: una sorta di moltiplicazione dei pani sull’esempio di quella di Gesù nel Vangelo. E proprio nella sua casa natia, nella celebrazione di martedì 10 ottobre, i fedeli riceveranno il pane benedetto dalle mani di don Antonio, il parroco della cattedrale di Caiazzo.

Le celebrazioni saranno certamente un momento di grande coinvolgimento per tutta la comunità cittadina che, accanto al Sant’Antonio Abate, ha celebrato per decenni la memoria di Santo Stefano Minicillo con la festa patronale estiva, conservandone il ricordo fino ad oggi.

Un momento così sentito che anche l’arcivescovo Visco ha sollecitato tutta la comunità diocesana alla partecipazione: nella cattedrale di Capua, una delle cappelle laterali, è infatti dedicata al santo di Macerata, segno di una devozione che affonda le radici nei secoli. E per l’occasione l’abate curato Rosario Ventriglia ha composto una preghiera che i fedeli reciteranno durante le celebrazioni