SANTA MARIA LA FOSSA. Si è tenuta nella stanza del sindaco di Santa Maria la Fossa, fra le 12.30 e le 13.15 la conferenza stampa del Movimento Salviamo le Bufale che segna la ripresa delle iniziative degli allevatori per far valere le ragioni del territorio e della comunità di Terra di Lavoro.
Alla Conferenza stampa sono intervenuti: Nicolino Federico (sindaco di Santa Maria la Fossa), Adriano Noviello (presidente dell’Associazione di Tutela dell’Allevamento della Bufala Mediterranea) e Gianni Fabbris portavoce del Coordinamento Unitario).
Il Sindaco Federico ha illustrato l’iniziativa (arrivata ormai alla sua quarta edizione) che fra oggi e domani vedrà la comunità di Santa Maria La Fossa impegnata nell’evento della Festa del Bufalotto. Un evento che recupera una lunga tradizione (il consumo della carne di bufalo) per ritrovarsi insieme nella piazza del Paese a condividere due serate di incontri e socialità. Evento che ha già visto lo scorso anno gli allevatori del Movimento impegnati in uno stand di iniziative e intervenire durante le serate per spiegare le ragioni della mobilitazione.
Anche quest’anno il movimento sarà presente e, oltre che con un gazebo, durante la serata pubblica di sabato incontrerà i sindaci del territorio e i parlamenta. Sarà occasione per gli allevatori di fare il punto sui tempi di attuazzione dell’impegno assunto dalla politica nazionale di nomina di un Commissario Nazionale per la BRC e la TBC.
E’ toccato ad Adriano Noviello fare il punto sullo stato di attuazione delle iniziative istituzionali della Regione sulla BRC e sulla TBC. Noviello ha riassunto i dati ufficiali che in questo momento raccontano del fallimento degli obiettivi posti dalla Regione che, è stato ricordato in Conferenza Stampa, sono scritti nero su bianco e non possono essere manipolati in alcun modo. Secondo il Piano adottato dalla Regione con la delibera 104 del 2022, entro un anno la Brucellosi in provincia di Caserta avrebbe dovuto scendere del 50% prendendo a riferimento (ovviamente) la base annuale con cui si è chiuso il 2021 (ultimo anno di riferimento utile), Una proiezione (quella del 50%) che avrebbe dovuto realizzarsi ogni anno su quello precedente in modo da arrivare in pochi anni alla soluzione dei problemi.
Posto che l’anno 2021 si è chiuso con la BRC a oltre il 18%, l’obiettivo per la Regione (e dunque per il generale Cortellessa chiamato ad attuare il Piano) avrebbe dovuto essere il contenimento al 9% entro il dicembre 2022 mentre, in realtà, è arrivato al 13%.
Ad oggi, ha spiegato Noviello leggendo i risultati generali, a 4 mesi della chiusura dell’anno siamo già di nuovo al 9,13% di incidenza della BRC che, dunque, a fine anno si attesterà intorno o sopra il 13% (mentre secondo gli impegni del piano al secondo anno avrebbe dovuto essere non oltre il 4,5%).
Nel Casertano al momento ci sono 57 focolai ancora attivi su un totale di 63 che abbiamo avuto in 8 mesi mentre l’anno scorso erano 53 su 12 mesi.
Dati di grave peggioramento dalla maggior parte dei punti di vista, osserva Noviello, tranne che per l’incidenza dei capi positivi sull’intero patrimonio zootecnico (quindi nel rapporto non con i focolai che corrispondono al numero delle aziende coinvolte ma alla totalità del patrimonio allevato) che registrano un miglioramento generale dovuto, spiega sempre Noviello, al risultato ottenuto dalla mobilitazione degli allevatori che fin dall’inizio ha posto il tema di riorganizzare i servizi delle ASL in modo da abbassare i tempi di oltre 40 giorni di media fra una profilassi e l’altra nel caso di azienda con casi sospetti (che era la prassi normale prima che il Movimento ne facesse un elemento di denuncia e rivendicazione).
E’ stato grazie a quelle iniziative che, in effetti, oggi le profilassi si realizzano al massimo entro quindici giorni. Il che produce una maggiore capacità di intervento che, da sola ed in ogni caso, non risolve i problemi generali.
Noviello ha poi denunciato un altro grave elemento di preoccupazione nell’applicazione del Piano: l’espandersi della TBC in provincia di Salerno in cui i casi passano dai 5 dell’anno scorso ai trenta di quest’anno. E’ vero che la maggior parte dei casi riguardano altre specie bovine e non i bufali ma, essendo la TBC una malattia che si espande con grandissima facilità, il suo aumento in ambito provinciale è un indicatore sia della incapacità dei servizi predisposti in ragione del Piano di risolvere e prevenire i problemi, sia del grandissimo rischio che in Provincia di Salerno si estenda la zoonosi.
Infine, nella sua relazione, Noviello ha sottolineato gli aspetti della vaccinazione che, al momento, sono pericolosissimi. Mentre il Piano prevede la vaccinazione obbligatoria per gli animali fra i sei e i nove mesi nelle aree cluster e quella volantaria nel resto dei territori coinvolti, al momento la vaccinazione è stata largamente disattesa lasciando le aziende completamente alla mercè dell’arbitrio della struttura regionale che ha continuato ad accampare mille pretesti per non adempiere all’obbligo di legge che essa stessa avrebbe dovuto per prima garantire.
Il risultato è che molte aziende che hanno chiesto e segnalato da tempo la necessità di procedere alla vaccinazione per avere animali fra i sei e i nove mesi in stalla, non hanno visto eseguire la vaccinazione o (fatto ancora più grave) la hanno avuta solo per alcuni animali e non per tutti (con il che lo stesso criterio scientifico della vaccinazione ne risulta definitivamente compromesso)
Gianni Fabbris, annunciando le iniziative del movimento per il mese di settembre, è partito da questo punto per sottolineare un aspetto. “Noi abbiamo denunciato in più sedi questo piano come inefficace e pericoloso e, infatti, cosi è. Ma questo piano è legge e non può accadere che agli allevatori vengono comminate multe salate (decine di migliaia di euro) perchè non in regola con questo o quel codicillo mentre i dirigenti e i funzionari della regione non osservano le norme compiendo atti illegali quale è il modo come gestiscono la vaccinazione. In questo caso non c’è nulla da interpretare. La regione sapeva e sa quanti sono gli animali nella condizione di dover essere vaccinati e la regione era ed è obbligata a fare la vaccinazione. Ci chiediamo: sono stati comprati i vaccini per tempo e per tutti? la regione è in grado di dire dal periodo in cui è entrato in vigore l’obbligo vaccinale quanti erano gli animali che dovevano essere vaccinati e quanti lo sono stati?”.
Fabbris si chiede: “Chi risponde del fatto che, mentre si perde tempo senza applicare gli obblighi del Piano in materia di vaccinazione, gli animali nel frattempo superano i nove mesi oltre i quali non possono essere più vaccinati? Chi risponde dei danni che, dunque, le aziende sopportano per non aver potuto giovarsi della vaccinazione prevista per legge?”.
Tutti questi elementi, insieme ad altri, sono compresi in un documento che verrà inviato lunedi mattina al Governo e (per le parti di rilievo penale) costituiranno un ulteriore esposto/denuncia alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, presso cui pende ancora la denuncia penale avviata da Fabbris e Martone che ha portato, fra l’altro, ad acquisire i dati inauditi dello scarto fra le decine di migliaia di animali abbattuti per TBC e BRC e i casi in cui, poi, sono stati riscontrati effettivamente i positivi.
A questo documento sulla situazione che da conto del fallimento, il Coordinamento Unitario aggiungerà una richiesta di incontro con il Sottosegretario Gemmato per sollecitare il Governo a dare seguito senza più indugi all’atto indispensabile per riportare a controllo la situazione: la nomina di un Commissario Nazionale che ristabilisca i principi di trasparenza ed efficacia e ricostruisca le condizioni di confronto e coinvolgimento con i portatori di interesse prima che la situazione degeneri oltre.
Oltre che questa iniziativa, Fabbris, ha poi illustrato due altre azioni che fin dai prossimi giorni il Movimento degli Allevatori metterà in campo: la convocazione di un evento pubblico previsto per venerdi prossimo a Carditello (all’interno della tre giorni messa in campo dai movimenti territoriali) di costituzione e presentazione del Forum per il Piano Partecipato e la Tutela dell’allevamento e delle sue comunità che sarà di ambito meridionale e che si costituirà sulla base dei docuymenti emersi nel Forum tenuto a Casal di Principe fra il 30 giugno e il Primo luglio.
Sarà quella l’occasione per chiamare a raccolta in un atto importante tutte le realtà sociali e tecniche per costituirsi in Rete organizzata meridionale ed offrire, cosi, al Governo, al Commissario Nazionale ed al Parlamento l’interfaccia con i portatori di interesse che hanno a cuore la soluzione dei problemi e che si predispongono, cosi, a rimediare al primo dei gravi errori del Presidente De Luca: la mancanza di trasparenza, confronto e coinvolgimento dei protagonisti attivi capaci di portare esperienza e responsabilità
Infine, Fabbris, ha annunciato che subito dopo la convocazione del Forum, il Movimento lavorerà a indire una forte manifestazione popolare per rendere chiaro un messaggio forte: la partecipazione è valore, la mobilitazione non si ferma, le forze della reazione e della conservazione saranno sconfitte