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Soldi del clan nel Centro Direzionale Vanvitelli, 14 provano a evitare la stangata: la difesa

MARCIANISE. Proseguono le arringhe dei difensori nel processo sulle infiltrazioni del clan nella realizzazione del Centro Direzionale Vanvitelli del rione Macello a Marcianise. Nell’ultima udienza hanno preso la parola i legali di Di Paola e Buonanno, mentre nel prossimo appuntamento fissato per luglio dovrebbe essere ultimata questa fase in attesa della sospirata sentenza.

A marzo c’era stata la requisitoria e il pubblico ministero della Dda di Napoli Luigi Landolfi aveva chiesto 12 anni ciascuno per Luca Di Fuccia e Pasquale Lombardo; 8 anni a testa per Angelo Grillo, Luigi Franzese e Gennaro Buonanno; 6 anni per Delia Di Paola; 2 anni a testa per i fratelli pentiti Bruno e Claudio Buttone. Si salvano, invece, sei imputati: con l’esclusione della finalità mafiosa, interviene la prescrizione e quindi la sentenza di non luogo a procedere per Fulvio Tartaglione, Alessandra Tassieri, Angelo Piccolo, Augusto Di Pascale, Francesco Picone, Fabio Raucci.

L’inchiesta

Le indagini si sono concentrate sul complesso residenziale denominate Centro Direzionale Vanvitelli, in località Macello a Marcianise, finanziato – secondo le prime indagini della Dda – illecitamente fin dall’inizio dagli esponenti apicali del clan fra i quali i fratelli Domenico e Salvatore Belforte: l’intervento edilizio, attuato attraverso l’acquisizione e la demolizione di un vecchio opificio dismesso, sarebbe stato realizzato attraverso la concessione di autorizzazioni edilizie illegittime, opera di tecnici e professionisti compiacenti.

Vari collaboratori di giustizia hanno disvelato con puntuali e precisi riferimenti e dichiarazioni convergenti l’enorme volume di investimenti effettuati dai Belforte nei diversi settori dell’economia apparentamenteo ‘sana’, primo fra tutti quello dell’edilizia.

La difficile situazione in cui verte il clan, a seguito dei numerosi pentimenti di esponenti di spicco che ne hanno minato dall’interno l’equilibrio economico, ha determinato il sodalizio criminale ad operare diverse alienazioni di immobili per eludere la confisca dei reimpieghi del patrimonio illecito, in particolare la vendita di alcuni locali facenti parte del complesso Vanvitelli.