Macerata Campania. Anche se non è arrivata nemmeno l’estate a Macerata si sta già mettendo in piedi la festa di Sant’Antuono, con le date già ufficializzate in questi giorni.
Sull’argomento l’abate curato don Rosario Ventriglia con una lettera aperta ha espresso di fatto la linea della chiesa, chiamando a raccolta tutta la popolazione.
È necessario che riflettiamo con attenzione sulla festa di Sant’Antonio Abate, oggi più che mai! È la grande festa del nostro paese che più riesce a farci sentire comunità e, di conseguenza, una famiglia.
È una festa da realizzare insieme, in comunità; apprezzando la bellezza e le ambivalenze di tutte le comunità, poiché “senza le tentazioni non si entra nel regno di Dio”, diceva Antonio Abate, intendendo sottolineare che il punto reale di partenza nella vita sono le fragilità, i difetti e l’amore che si ferma subito, basta una piccola offesa o difficoltà.
Nella nostra festa, con i giovani e le ragazze, stupendi e forti, con il suono dei carri e le canzoni più belle di sempre, si sperimenta quanto “è bello e gioioso stare insieme come fratelli e sorelle”, ci si abbraccia, ma anche si piange per i mali che ci affliggono, consolandoci e facendosi forza l’uno con l’altro.
Ci rendiamo conto che al di fuori dell’amore ci sono solo tenebre. Quali sono le “opere delle tenebre”?
L’Apostolo Paolo dice: ubriachezze, impurità, contese, gelosie, ma anche dimenticanza di Dio, tradimento, furto, omicidio, superbia, ira e disprezzo dell’altro.
Opera delle tenebre è anche la facilità con cui spesso seguiamo qualsiasi programma televisivo o navighiamo su internet o ci lasciamo vincere dalla droga o sfoggiamo abbigliamenti inadeguati. Il diavolo “educato”, che si fa nostro compagno di strada, ci convince che le opere delle tenebre sono espressione di libertà, si possono fare, non c’è niente di male, le fanno tutti.
Noi, al momento del Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini, abbiamo accettato di voler morire con Cristo al peccato, quando, per tre volte, abbiamo decretato di voler rinunciare al demonio e alle sue seduzioni. Sant’Antonio Abate ci assicura che le tentazioni possono essere allontanate, confidando e affidandoci a Dio, non dobbiamo farci imbrogliare, altrimenti ogni nostra relazione con Dio e con gli altri andrebbero distrutte, e si diventa nemico di se stesso.
Con il suono dei carri ripetiamo con forza il nostro no a Satana e a tutte le sue lusinghe, e con convinzione pronunciamo ancora una volta il nostro sì a Dio, così come l’abbiamo pronunciato il giorno del Battesimo.
I carri prendono il nome di “Sant’Antonio Abate” o “Sant’Antuono” perché hanno tre riferimenti: il sacramento del battesimo, la personale testimonianza di Sant’Antonio Abate, l’originale suono prodotto dal gruppo dei giovani “battuglia”.
Non ci è chiesto di compiere grandi azioni, basta che ognuna di quelle che già facciamo sia suggerita dall’amore vero, e, con umiltà, ricominciare sempre, anche se sbagliamo, senza perdere mai la fiducia e la speranza, cercando di fare del nostro meglio, ogni volta che è necessario.
La gioia di vivere, che esplode durante la festa, è un appello ad amare il proprio paese, non solo in occasione della festività, ma sempre e, soprattutto, dimostrando quest’amore con i fatti.
Gli amici che vengono da fuori per gustare l’anima del nostro paese, attirati dal Santo Abate Antonio e dall’unicità dell’espressione dei carri di Sant’Antuono, la troverà tra le sue ferite, le sue gioie, e le sue benedizioni.
Accogli, o Padre, per intercessione di Sant’Antonio Abate, la preghiera di questa tua famiglia, partecipe dell’amore trinitario rivelato per mezzo del tuo Figlio: fortificata dal dono dello Spirito Santo, divenga segno del tuo Amore.
Buona Festa amici!