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Disastro Volturno, scagionato ex sindaco. Il successore in attesa

CAPUA. Assoluzione totale per Carmine Antropoli dall’accusa di disastro ambientale per la vicenda gli scarichi nel Volturno. Il chirurgo, in qualità di primo cittadino dell’epoca, era stato rinviato a giudizio ma aveva chiesto di essere processato col rito abbreviato ottenendo l’assoluzione con formula piena.

A processo con l’ordinario ci sono, invece, altri tre indagati, tra i quali il suo successore alla guida dell’Ente di piazza dei Giudici, l’ex primo cittadino Eduardo Centore,  la responsabile legale della ditta, Eleonora Castri e per il dirigente  comunale Francesco Greco.

L’inchiesta

L’attività di indagine, avviata tra il mese di aprile e quello di maggio del 2018, valutò l’incidenza sulla qualità delle acque del fiume Volturno dell’immissione, nel suo letto, di diversi corpi idrici. Nell’ambito dei controlli l’ARPAC – Dipartimento di Caserta, tra l’altro, provvedeva, in data 02/05/2018, ad effettuare campionamenti delle acque del Fiume Volturno in corrispondenza dello sfioratoio di piena dell’impianto di sollevamento ubicato nel borgo Santella di Capua. L’esito delle analisi evidenziava una chiara alterazione dei valori, palesemente riconducibile ad un fenomeno di inquinamento ambientale all’interno delle acque.

Nel corso del sollevamento delle acque reflue provenienti dal centro della città di Capua, la cui inefficienza determinava lo sversamento dei liquidi fognari direttamente nel fiume Volturno, anziché essere avviati al depuratore consortile di Marcianise. Nel corso delle ulteriori verifiche effettuate è stato evidenziato un generale malfunzionamento delle apparecchiature, nonché il loro pessimo stato d’uso, causati dalla mancata manutenzione, nel corso del tempo.

Gli impianti nel mirino

Il 30/07/2018, per verificare se il mancato funzionamento degli impianti avesse determinato pregiudizio all’ecosistema fluviale, personale dell’ARPAC di Caserta – con l’assistenza di militari del reparto procedente – eseguiva ulteriori prelievi d’acqua in prossimità dei due maggiori impianti di sollevamento asserviti alla rete fognaria di Capua – Borgo Santella e Via Giardini – dalle cui analisi emergevano esponenziali aumenti del batterio di escherichia coli e dei tensioattivi totali di azoto ammoniacale e ossigeno (BODS – COD), chiaramente legati alla presenza, nelle acque, di sostanze organiche provenienti dalle fognature cittadine, senza alcun trattamento di depurazione.

Sempre nella giornata del 22/11/2018, i militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Capua, in esecuzione di decreto di perquisizione locale emesso dal Pubblico Ministero, alla presenza della stessa Autorità Giudiziaria, procedevano a perquisizione presso gli uffici del Settore Lavori e Servizi Pubblici del comune di Capua, nonché presso il depuratore consortile di Marcianise sottoponendo a sequestro penale un notevole quantitativo di documenti inerenti la progettazione, la realizzazione e l’affidamento dei lavori di manutenzione degli impianti di sollevamento e di collettamento delle acque reflue al depuratore di Marcianise.

Le accuse

I reati contestati, in concorso, sono quelli di disastro ambientale, sversamento di liquidi nocivi, omissione ed immissione in acque superficiali di rifiuti incontrollati.