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Blitz antidroga nel rione fortino, volto noto si fa beccare e finisce nei guai

CAPUA. Era un volto monitorato dalle forze dell’ordine in quanto coinvolto nell’inchiesta sullo spaccio di Parco Primavera a Capua, ribattezzato il rione Batman, dall’intercettazione di un indagato.

Luigi Verrone, 21enne capuano del rione Santagata, ci è ricascato di nuovo. E’ stato, infatti, sorpreso dai carabinieri della locale Compagnia con 5 grammi di hashish. E dire che il giovane si trovava agli arresti domiciliari proprio perchè coinvolto nell’inchiesta che recentemente ha visto esaurirsi con il verdetto il processo di primo grado. In attesa del secondo round in Appello per lui si sono però riaperte le porte del carcere.

Il gip ha deciso un aggravamento della misura spedendolo presso il vicino carcere di Santa Maria Capua Vetere. In primo grado è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di reclusione.

L’indagine

E’ stato accusato, come altri 10 indagati processati in abbreviato, a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in concorso. Quel procedimento scaturisce dagli esiti delle indagini che hanno consentito di accertare, tra la fine dell’anno 2020 e l’inizio dell’anno 2021, l’esistenza di un gruppo egemone di soggetti residenti nei comuni di Capua, Aversa e Caiazzo, dediti allo spaccio sulla piazza di Capua e comuni limitrofi, di sostanze stupefacenti del tipo hashish, crack e cocaina.

Le indagini, condotte attraverso attività tecniche d’intercettazione delle conversazioni tra i vari indagati, associate ad attività di osservazione, pedinamento e controllo, hanno fornito un quadro dinamico delle condotte delittuose svolte da questi ultimi, in modo sistematico e continuativo, consentendo di accertare lo smercio della sostanza stupefacente, nonché le relazioni di tutti i principali indagati. Infatti, gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore tramite WhatsApp, utilizzando termini convenzionali ovvero linguaggio criptico, il cui contenuto lasciava facilmente desumere l’imminente cessione.

Numerosi sono stati i riscontri, per lo più attraverso il controllo degli acquirenti a cui, di volta in volta, veniva sequestrato lo stupefacente acquistato che, per quantità, per la modalità di presentazione, ovvero per altre circostanze dell’azione, appariva destinato ad un uso non personale, consentendo ai Carabinieri di censire un continuo via vai di persone che si rivolgeva agli indagati per comprare dosi a qualsiasi ora. Sono circa 233 gli episodi di spaccio accertati, indicati in 36 capi di imputazione. Nelle fasi di esecuzione della misura, dalle perquisizioni domiciliari effettuate presso le abitazioni degli arrestati, all’interno dell’intercapedine ricavata in un muro delle cantine di uno dei palazzi, sono stati rinvenuti 17 panetti di hashish del peso complessivo di circa 1800 grammi, per un valore di mercato di 13.000 euro e un bilancino di precisione.