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Inchiesta sul cimitero, 6 arrestati. Ci sono vicepresidente della Provincia e i ras del clan Massaro 2.0

 

 

Santa Maria a Vico. Operazione della Finanza di Marcianise questa mattina nella valle di Suessola, per eseguire 6 misure cautelari in carcere spiccate dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli.

ESTORSIONE E CORRUZIONE AGGRAVATE DAL “METODO MAFIOSO”

Il tutto nell’ambito di un’inchiesta riguardante il cimitero di Santa Maria a Vico, probabilmente relativa a false assegnazioni di cappelle gentilizie, partita nel 2019. Gli arrestati sono personaggi di spicco della criminalità e l’allora vicesindaco del Comune Pasquale Crisci, oggi esponente dell’opposizione e soprattutto vicepresidente della Provincia in carica, 46 anni. Ci sono il ras ed eminenza grigia della criminalità locale Domenico Nuzzo 50enne, alias Mimmariello. Poi il pregiudicato Carmine Liparulo detto Schiattubello di via Fiume, in passato arrestato per associazione e non solo. Questi ultimi due sono contigui al clan Massaro 2.0, secondo la DDA.

Con loro Carmine De Lucia classe 1968, residente a Reggio Emilia, ex consigliere comunale per diversi anni della città del Tricolore, Giovanni Papa classe 1965, dipendente comunale addetto al cimitero e Giuseppe Pascarella classe 1979 imprenditore detto a Livella. Lo avevamo scritto, soprattutto verso la fine del 2021 e nel 2022 che c’era un’inchiesta della Finanza con nomi di spicco sia della politica che della criminalità (leggi qui).

Le accuse

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato l’esecuzione da parte della Compagnia di Marcianise di un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di n. 6 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, in concorso tra loro, dei reati di estorsione e corruzione aggravati dall’utilizzo del c.d. “metodo mafioso”.

 

Le attività investigative hanno accertato che, tramite la forza intimidatrice del clan, uno dei soggetti sopra menzionati, aveva ottenuto l’assegnazione di una cappella gentilizia del valore di 44.000 euro estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di S. Maria a Vico. Tale cappella gentilizia, attraverso l’intervento presso il medesimo imprenditore di altro soggetto, pure attinto da misura cautelare, e la compiacenza di un impiegato comunale e di un consigliere comunale, veniva successivamente assegnata, sulla base di documentazione artatamente prodotta, ad altro soggetto, in cambio di un corrispettivo in denaro. In tale ambito investigativo, venivano accertare ulteriori condotte riguardanti l’illecita compravendita di cappelle e loculi ubicati nel cimitero di S. Maria a Vico che vedevano il coinvolgimento anche dell’allora concessionario dei servizi cimiteriali e di ulteriore soggetto coinvolto, quest’ultimo risultato intestatario di ben n. 16 loculi.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. IL VIDEO