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Nuovo pentito si canta anche il padre: “Ha continuato pure dopo il mio arresto”

MARCIANISE. Ha accusato anche suo padre, Giovanni Buonanno, figlio del vecchio ras Gennaro Buonanno detto Gnucchino e collaboratore di giustizia da alcuni mesi. Negli ultimi verbali di interrogatorio resi alla Dda e già depositati Buonanno junior ha affermato che il genitore, da tempo recluso a Roma per motivi di salute, avrebbe continuato ad operare nel ramo delle estorsioni per conto del clan Belforte, di cui è stato uno dei componenti apicali.

I fatti contestati saono recenti, anche se le prime esperienze di Giovanni Buonanno nel clan risalirebbero addirittura al 2011, all’epoca dell’operazione della squadra mobile Wild Poster, che svelò il racket dei manifesti elettorali gestito proprio dai Mazzacane.

Il capitolo usura

Nei precedenti verbali Buonanno ha rivelato dove si svolgevano le riunioni per l’usura. Le vittime venivano convocate, secondo quanto evidenziato nei verbali, in un bar di via Martin Luther King: ad organizzare quegli incontri erano Domenico e Raffaele Rossetti, già indagati per tale reato e in attesa di conclusione del processo di primo grado.

Oltre all’usura Buonanno ha parlato anche di un’attività di spaccio attiva a Marcianise dal 2016 al 2019, mentre lui era a Milano e riusciva a smistare la droga nella sua città di origine da fornitore, grazie ai contatti con le organizzazioni dei narcos.

In altri verbali precedentemente acquisito dalla Dda, Buonanno aveva già parlato di un barbiere di Marcianise che avrebbe fatto da intermediario tra clienti e usurai al punto di organizzare incontri nel salone. Dichiarazioni queste non verificate: l’artigiano infatti non è mai stato indagato pur essendo considerato un uomo di fiducia da parte di Filippo Capaldo, nipote di Michele Zagaria ma con diversi affari e legami imprenditoriali tra Marcianise e Capodrise.