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Dda riapre le indagini sulla faida, nuovo pentito spariglia le carte su 6 delitti

MARCIANISE. La Dda è pronta a riaprire le indagini sulla faida tra Quaqquaroni e Mazzacane che insanguinò Marcianise. Stavolta la Procura Antimafia ha messo nel mirino il periodo che va dal 1996 al 1998 e il fulcro di questa inchiesta sono le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Agostino Piccolo, per sua stessa ammissione entrò nel clan a 15 anni.

Il primo delitto al quale il collaboratore di giustizia avrebbe partecipato, anche se in maniera ovviamente piuttosto marginale è quello dei fratelli Ascanio e Giuseppe Salzillo. All’epoca Piccolo aveva appena 16 anni.

La carriera e i delitti

Piccolo ha ammesso di essere entrato nel clan dei cugini Achille Piccolo ’75 e ’78 ad appena 15 anni e che il ruolo era quello delle estorsioni. Però i fatti di sangue li conosce per avere partecipato ad alcuni omicidi. I verbali sono ora al vaglio della magistratura che deve decidere come avviare un’eventuale nuova inchiesta sulla faida.

Tra i delitti marchiati Quaqquarone finiti al centro dell’attenzione dell’Dda ci sono quelli del 1997. In particolare quello di Raffaele Porfidia, ucciso al bar davanti moglie e figlio. Quello di Carlo Barone, avvenuto sempre nel 1997. E ci sono poi i delitti del 1996, che lasciarono sull’asfalto Giuseppe Salzillo e due componenti della famiglia Ascanio. Svelati dettagli anche su quelli di Antonio Castracane e Vincenzo De Simone.

L’inizio della collaborazione

A fine luglio l’imprenditore edile Agostino Piccolo ha deciso di collaborare con la giustizia. Il pubblico ministero della Dda di Napoli Raffaele Francesco ha formalmente comunicato in aula poche settimane fa al gup Provvisier il pentimento dell’imprenditore Piccolo, che è il cugino del boss Achille Piccolo. Un pentimento che fa scalpore quello dell’imprenditore, parente sia di Achille Piccolo 1975 che dell’omonimo del 1978: prima del blitz era infatti incensurato. Residente a Marcianise, dopo l’operazione Agostino Piccolo era recluso nel carcere di Vibo Valentia.

A fine luglio la Procura di Napoli (Direzione Distrettuale Antimafia) ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone ritenute organiche al clan camorristico Piccolo-Letizia, operante nei comuni di Marcianise e Capodrise.

I Piccolo-Letizia sono storicamente rivali dell’altro clan attivo da decenni a Marcianise, i Belforte, ma negli ultimi anni, complici alcune scarcerazioni e soprattutto le tante inchieste che hanno indebolito i Belforte, hanno ripreso forza sul territorio.