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Nuovi guai per il ras o’ Cavoutt, arriva la stangata finale

CAPUA. Nuovi guai per il ras dello spaccio Claudio Monaco, conosciuto come o’ Cavuott. Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni con cui la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato il verdetto di 7 anni di reclusione per spaccio emesso a giugno dalla Corte di Appello di Napoli.

Il mese scorso la Suprema Corte aveva respinto il ricorso del legale ritenendolo inammissibile, ma le motivazioni sono state rese note soltanto poche ore prima del weekend. La condanna fa riferimento al blitz effettuato nel centro storico di Capua: in un sottoscala di via Roma vennero trovati 20 grammi di hashish.

Peraltro Claudio Monaco è reduce da un’altra batosta recente: a novembre è stato condannato in primo grado a 16 anni e 8 mesi di reclusione con l’abbreviato per l’inchiesta sul rione dello spaccio.

L’indagine

Sono accusati a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in concorso. Il procedimento scaturisce dagli esiti delle indagini che hanno consentito di accertare, tra la fine dell’anno 2020 e l’inizio dell’anno 2021, l’esistenza di un gruppo egemone di soggetti residenti nei comuni di Capua, Aversa e Caiazzo, dediti allo spaccio sulla piazza di Capua e comuni limitrofi, di sostanze stupefacenti del tipo hashish, crack e cocaina.

Le indagini, condotte attraverso attività tecniche d’intercettazione delle conversazioni tra i vari indagati, associate ad attività di osservazione, pedinamento e controllo, hanno fornito un quadro dinamico delle condotte delittuose svolte da questi ultimi, in modo sistematico e continuativo, consentendo di accertare lo smercio della sostanza stupefacente, nonché le relazioni di tutti i principali indagati. Infatti, gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore tramite WhatsApp, utilizzando termini convenzionali ovvero linguaggio criptico, il cui contenuto lasciava facilmente desumere l’imminente cessione.

Numerosi sono stati i riscontri, per lo più attraverso il controllo degli acquirenti a cui, di volta in volta, veniva sequestrato lo stupefacente acquistato che, per quantità, per la modalità di presentazione, ovvero per altre circostanze dell’azione, appariva destinato ad un uso non personale, consentendo ai Carabinieri di censire un continuo via vai di persone che si rivolgeva agli indagati per comprare dosi a qualsiasi ora. Sono circa 233 gli episodi di spaccio accertati, indicati in 36 capi di imputazione. Nelle fasi di esecuzione della misura, dalle perquisizioni domiciliari effettuate presso le abitazioni degli arrestati, all’interno dell’intercapedine ricavata in un muro delle cantine di uno dei palazzi, sono stati rinvenuti 17 panetti di hashish del peso complessivo di circa 1800 grammi, per un valore di mercato di 13.000 euro e un bilancino di precisione.