NAZIONALE. “Gli scenari di rischio elaborati ed i relativi allarmi” attivati dall’Inps hanno permesso di individuare su circa 1.290.000 domande di Reddito di cittadinanza pervenute, nei primi dieci mesi del 2022, oltre 290.000 a rischio: 240.000, per mancanza del requisito della residenza in Italia oppure per false o omesse dichiarazioni relativamente alla posizione lavorativa dei componenti il nucleo familiare, sono state respinte in automatico, prima che la prestazione potesse essere indebitamente percepita; 50.000 sono state sospese e sottoposte ad ulteriori controlli. Lo comunica l’Inps.
I controlli incrociati del Governo
“Il Governo si è immediatamente attivato per adottare il prossimo decreto flussi e ci si muoverà, visti i tempi stretti, nell’ambito della disciplina vigente che prevede che il datore di lavoro interessato ad instaurare un rapporto di lavoro con un cittadino straniero residente all’estero debba fare domanda previa verifica presso il centro per l’impiego competente per accertare l’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale. A questo meccanismo si può legare la verifica sui percettori di reddito di cittadinanza”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time alla Camera.
“Il lavoro preparatorio – ha aggiunto – è in via di definizione presso la presidenza del Consiglio con tutti i ministeri coinvolti”. “Il contenimento della pressione migratoria – ha proseguito il ministro – è strettamente legato alla collaborazione dei Paesi di provenienza e transito ed il decreto flussi, opportunamente modulato in termini premiali, può diventare uno strumento importante per riconoscere maggiori quote di accesso ai Paesi più impegnati nella lotta all’immigrazione irregolare rafforzando al contempo i canali di ingresso legali”.