Skip to main content

Pugile ucciso, parla l’assassino: “Non volevo ammazzarlo, chiedo scusa”

CASERTA/SAN MARCO EVANGELISTA. La parola all’imputato. E’ stata celebrata ieri l’udienza del processo per l’assassinio del giovane pugile Gennaro Leone. Ha parlato il presunto assassino, Gabriel Ippolito. Il giovane caivanese ha detto di non aver intenzione di ucciderlo ed ha chiesto scusa ai genitori di Gennaro: “Ho sempre studiato e lavorato e adesso mi ritrovo in un incubo. Ero rientrato qui per dare l’esame della patente”.

“Non avevo intenzione di scappare, sono andato via per paura. Mi sono pentito: non volevo ucciderlo. Chiedo scusa”: Nel corso dell’udienza è stato sentito anche un investigatore che ha seguito le indagini sul fatto di sangue avvenuto la notte tra il 28 e 29 agosto 2021 a Caserta in via Vico, cuore della movida.

La difesa di Ippolito, rappresentata da Angelo Raucci e Michela Ponticelli, ha sempre sostenuto che Leone sarebbe morto per colpe dei sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale (mai convolti nell’indagine sulla morte di Leone, ndr), in particolare perché non fu operato; i legali non hanno mai contestato il ferimento da parte di Ippolito, che emerge dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza cittadine mostrate nell’udienza dello scorso aprile, dando battaglia sulla causa della morte e sul lasso di tempo di tre ore intercorso tra l’accoltellamento nelle vie della movida e il decesso in ospedale.

Leone, ferito da Ippolito all’arteria femorale, fu infatti portato dal 118 al Pronto Soccorso verso mezzanotte, ma morì dopo tre ore per dissanguamento, come da versione ufficiale. I legali di Ippolito hanno quindi nominato tre periti, il chirurgo di urgenza Giovanni Romano (in pensione), un medico legale e un chirurgo vascolare, per dimostrare che dopo il ferimento, Leone poteva essere salvato.