MARCIANISE. Oltre mezzo secolo di reclusione e sei condanne. E’ questo il fardello che rischiano di portarsi in primo grado i sei esponenti dei Quaqquaroni, finito a giudizio con rito abbreviato con le accuse, a vario titolo di, associazione camorristica, detenzione di armi e varie estorsioni con il metodo mafioso consumate e tentate Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), Ottavio Sorbo, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino.
Sono stati chiesti 18 anni per Gaetano Monica; 12 anni per Agostino Piccolo, che ha avviato un programma di collaborazione recentemente; 12 anni per Pasquale Regino; 10 anni per Amedeo Belvisto; 8 anni per Salvatore Letizia; 8 anni per Ottavio Sorbo. Le arringhe difensive cominceranno in marzo, quando potrebbe arrivare anche la sentenza.
Il pizzo su rifiuti e scarpe
I Piccolo-Letizia sono storicamente rivali dell’altro clan attivo da decenni a Marcianise, i Belforte, ma negli ultimi anni, complici alcune scarcerazioni e soprattutto le tante inchieste che hanno indebolito i Belforte, hanno ripreso forza sul territorio.
Tra gli episodi estorsivi contestati quello relativo all’azienda che a Marcianise svolge il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la “società consortile Marcianise servizi arl”, il cui titolare Antonio Deodati ha versato agli emissari del clan, in particolare ad Amedeo Belvisto, somme tra i 2 e i 3mila euro prima delle festività di Pasqua e Natale negli anni 2014 e 2015; qualche anno dopo, nel 2019, gli imputati Agostino Piccolo e Gaetano Monica non sono riusciti invece a farsi pagare dalla stessa azienda, per il rifiuto di un dipendente che era stato avvicinato.
In altre circostanze è emerso come gli estorsori, in mancanza di soldi, non disdegnassero di prendersi dagli operatori economici anche prodotti, senza ovviamente pagarli; è il caso di Gaetano Monica, che viene intercettato mentre “preleva” alcune paia di scarpe Nike e Fila nel negozio di un imprenditore taglieggiato.