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Spaccio in sala giochi, si pente e porta i conti in aula: “Guadagni da 25mila euro al giorno”

CASERTA/MADDALONI. E’ cominciato a Napoli il processo d’Appello sullo spaccio di droga nel circolo sportivo della frazione di San Clemente, al confine tra Caserta e Maddaloni svoltosi con rito abbreviato.

Nell’ultima udienza il neo collaboratore di giustizia Francesco Capasso ha svelato i meccanismi dello spaccio con una piazza che riusciva ad incassare fino a 25mila euro al giorno. Una cifra mostruosa resa possibile dalla vendita di oltre 20 chili di stupefacenti al mese.

L’organizzazione aveva pensato di creare una sorta di call center della droga nella sala giochi e decisero di prendere in affitto un appartamento nella zona di San Clemente per custodire i carichi di stupefacenti.

In primo grado il gup ha condannato a 14 anni e 10 mesi a Luigi Belvedere; 10 anni a Francesco Capasso; 6 anni a Vincenzo De Lucia; 5 anni e 8 mesi a Gaetano Ferrante; 5 anni e 4 mesi a Massimiliano Luiso; 5 anni e 4 mesi a Michael Natale; 5 anni e 8 mesi a Vincenzo Alfredo Natale; 5 anni e 8 mesi a Celestino Pasquariello; 9 anni e 4 mesi a Luca Piscitelli; 5 anni e 1 mese a Salvatore Piscitelli; 6 anni e 10 mesi a Umberto Zampella. L’unico assolto è  Valerio Pasquariello. Gli imputati sono di Caserta, Caiazzo, Casagiove, San Prisco, Maddaloni e Caivano.

Le indagini

Le attività investigative hanno permesso di ricostruire l’organigramma criminale costituito da un ramificato e aggressivo sodalizio dedito all’incessante compravendita di ingenti quantitativi di droga presso Caivano che venivano poi rivenduti al dettaglio a Caserta. Il gruppo si reggeva su una struttura fondata sull’affiliazione fra i soggetti membri, tutti giovani casertani e caivanesi, legati tra loro da rapporti di parentela e di amicizia, quattro dei quali risultano già attinti da precedenti provvedimenti restrittivi. In particolare si evidenzia la scaltrezza e la pericolosità sociale degli indagati, in gran parte incensurati all’epoca dei fatti, pienamente determinati a perseguire con pervicacia l’attività illecita attraverso l’adozione di tutte le cautele finalizzate a consentire al gruppo di continuare ad operare adattandosi al mutamento delle circostanze.

 

È stato altresì individuato un importante canale di approvvigionamento dello stupefacente che veniva acquistato a Caivano. La droga acquistata, principalmente cocaina, veniva trasportata in grossi quantitativi nel casertano a bordo di autovetture a noleggio sempre differenti. Nel capoluogo la cocaina, al fine di ricavare il maggior numero di dosi possibile ovvero di essere trasformata in crack, veniva lavorata in via Cittadella all’interno di un appartamento in affitto. Proprio all’interno di tale “raffineria artigianale” è stato rinvenuto materiale tecnico altamente professionale per la pesatura, il confezionamento e la trasformazione chimica, nonché un congegno telecomandato realizzato all’interno di un cassetto, occultato in una parete, utilizzato per nascondere tutto lo stupefacente destinato ad essere venduto al dettaglio sulla principale piazza di spaccio sita in via Caprio Maddaloni presso il circolo “Sport Club giovanile”, che attirava acquirenti da tutto l’hinterland.