MARCIANISE. Ha superato tanti ostacoli nella sua vita, ma lo ha tradito una delle insidie più infide, poste su un sentiero irto ma percorso con grandissima dignità e forza. La città di Marcianise ha perso un gigante: se ne è andato Giuseppe Del Bene, fondatore dell’associazione Uniti per ed emblema della lotta per i diritti dei disabili.
Come riferito dall’ex sindaco ed amico Antonello Velardi era stato ricoverato di recente dopo aver contratto il Covid: “Se n’è andato Giuseppe Del Bene, Peppino. Lo storico, straordinario presidente e fondatore dell’associazione “Uniti per…”, protagonista del movimento che ha fatto conoscere la disabilità a Marcianise, E che ha lottato con tutte le sue forze perché i disabili non fossero da escludere, ma da includere, protagonisti come tutti gli altri in una società che invece tende a dimenticare gli “scarti”.
Peppino non stava bene, e questo si sapeva. La malattia, la distrofia muscolare, lo aveva divorato nel corso degli anni, lasciandolo sul filo della vita, in sospeso, in bilico sul burrone. Ma nelle ultime settimane si era ammalato di covid, lui che era stato attentissimo nel difendersi; e con lui lo erano stati la sua storica badante, i familiari e gli amici. Si è ammalato ed è finito in ospedale, perché a casa non riuscivano a gestire le sue condizioni, ad arginare i problemi dovuti alla respirazione. Dall’ospedale non è più tornato, se n’è andato oggi, in una giornata che è per tutti molto triste e per me lo è ancor di più.”
“Ero andato a casa sua a trovare Peppino, una quindicina di giorni fa, poco prima che si ammalasse di covid. Mi aveva cercato per espormi un problema; mai suo, come sempre, ma dell’associazione che era per lui un grande cruccio perché pensava a ciò che sarebbe accaduto dopo. Mi ero interessato della questione e gli volevo dare in questi giorni un riscontro ma non ci sono riuscito: ci ha lasciato di sasso, ci ha detto ciao con quel suo filo di voce che era più forte di un urlo.
Custodisco molti segreti di Peppino, cose che ci siamo detti nel corso di questi anni: me le porterò nella tomba. Ho sempre cercato – io e con me tutti gli assessori e i consiglieri che si sono succeduti al mio fianco, nelle due amministrazioni che ho guidato da sindaco di Marcianise – di dare una mano all’associazione che Peppino aveva fondato. Garantendo innanzitutto una sede, perché insufficiente era quella al convento francescano a San Pasquale (c’era un problema di scale che ostruivano l’ingresso), individuata dopo quella iniziale della rettoria di San Carlo. Qui era nata “Uniti per…”, ed erano i tempi pionieristici del compianto don Salvatore Foglia.
Su Peppino ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia. Lui, nel frattempo, ha scritto un libro, “Una vita vissuta. Grazie!”, dove ha raccontato la sua parabola, da giovane sano e invincibile fino alla malattia, nel 1975, quando gli è cambiata la vita, e anche dopo. Vale la pena leggere quel libro che è il suo testamento: un volume intenso che dà molto il senso di una dimensione spirituale molto forte.
Qui sotto trovate qualche foto che mi ritrae con Peppino. All’inaugurazione della prima sede, in via Pisa, messa a disposizione dal Comune; poi ad un incontro improvvisato nella nuova, nell’ex scuola materna Novelli, più centrale, più funzionale, con gli amici dell’associazione e la sua storica badante; infine, nella chiesa nuova di Puzzaniello, alla presentazione del suo libro, presente anche il vescovo Raffaele Nogaro, che a Peppino era molto legato.
Se ne va una grande persona.Un uomo che ha vissuto gran parte di sé come in una camicia di forza, incatenato, eppure senza mai lamentarsi. E’ in paradiso, perché in vita ha sofferto tanto e ora è nelle praterie celesti, finalmente libero. E’ l’ora del dolore, spero presto che ci sia anche l’ora della riflessione e dell’azione: Peppino era un uomo d’azione, pur con le sue catene. L’ora in cui bisognerà pensare a ricordare in modo permanente una persona che è un simbolo ed un esempio per la comunità di Marcianise, lui stesso un monumento di umanità.
Ciao Peppino. Sei angelo tra gli angeli, santo tra i santi. Aiutaci da lassù, illuminaci e dacci la forza di essere all’altezza del tuo esempio.”