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Abusi su ragazzino, sentenza choc per il sacerdote: la condanna

AVERSA. La condanna è certamente pesante: il giudice del tribunale di Avellino ha inflitto 8 anni di reclusione a don Livio Graziano, il sacerdote accusato di atti sessuali nei confronti di un 13enne. Dopo aver dato forfait perchè malato in una precedente udienza ed aver esibito i certificati nell’altra, il prete, in chiusura del dibattimento, si dichiarò innocente, ma ciò non è bastato a evitargli la stangata. Nella requisitoria il pm aveva invocato 11 anni di reclusione per il sacerdote.

Nella precedente udienza tre consulenti chiamati dalla difesa del parroco hanno evidenziato che don Livio non avrebbe potuto mai avere rapporti sessuali per problemi di salute e altri motivi di natura fisica. Il ragazzino vittima degli abusi ha fornito la sua versione dei fatti al tribunale di Avellino mostrando le chat WhatsApp che inchioderebbero il parroco, incardinato presso la diocesi di Aversa.

L’indagine

Le indagini, avviate dopo la denuncia presentata dal padre di un ragazzo di tredici anni, ospite della cooperativa da giugno a settembre scorsi, avrebbero accertato gli abusi. Il sacerdote, don Livio Graziano, 50 anni, non è alle dipendenze della Diocesi di Avellino ma è incardinato in quella di Aversa. Dopo aver trascorso alcuni anni in ritiro spirituale presso il Santuario di Montevergine (Avellino), don Livio aprì ad Avellino un ufficio di consulenza nutrizionista e successivamente ha fondato la cooperativa sociale “Effatà, Apriti” con sedi in due comuni a pochi chilometri da Avellino.

La sua permanenza nella Diocesi irpina, come ricordano le cronache, è stata “contestata” a più riprese dall’allora Vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino, originario di Caserta come il sacerdote arrestato. Per la sua “intensa attività sociale e umanitaria” a don Livio è stato assegnato nel 2014 a Benevento il premio “Padre Pio da Pietrelcina.