Capua/Macerata Campania/San Prisco. Un altro blitz contro i tombaroli e i ladri d’arte è stato messo a segno dal Comando Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri di Napoli, in sinergia coi militari dell’Arma della Compagnia di Capua.
Le forze dell’ordine hanno fermato nel pomeriggio di domenica Santa Maria Capua Vetere due dipendenti pubblici: si tratta dell’insegnante di storia dell’arte di Macerata Campania Michele Massaro e del tecnico informatico Michele Pepe di San Prisco. Entrambi sono ora agli arresti domiciliari.
Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma che dovrà ora essere suffragata dal gip stavano scavando in un terreno sottoposto a vincolo della Sovrintendenza alla ricerca di oggetti di valore storico.
Il precedente illustre
E’ ancora vivo nella memoria dell’opinione pubblica il clamoroso arresto del sovrintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento Mario Pagano, 64 anni, ha chiarito al giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere il motivo della sua presenza alla fiera di numismatica di Pastorano, tenutasi il weekend del 24-25 settembre, dove è stato arrestato in flagranza, insieme ad un venditore 70enne di reperti archeologici che aveva il proprio banchetto alla mostra, per ricettazione di opere d’arte dai carabinieri del Nucleo Tpc (Tutela del Patrimonio Culturale) di Napoli.
“Non sono un venditore di reperti antichi, ero alla mostra di numismatica per semplice curiosità, essendo anche un collezionista, e perché invitato da più persone” si è difeso Pagano davanti al gip. La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto gli arresti domiciliari per Pagano, ma il Gip ha disposto per il sovrintendente (difeso da Katiuscia Verlingieri e Emilio Lavornia) e l’altro indagato la misura cautelare obbligo di dimora, ridimensionando in parte la contestazione d’accusa; per il Gip il fatto integrerebbe gli estremi del tentativo.
Per la Procura invece Pagano era alla mostra-mercato organizzata in un hotel di Pastorano proprio per acquistare o scambiare reperti antichi di provenienza non lecita. I carabinieri sono intervenuti mentre Pagano e il venditore stavano analizzando dei reperti, in particolare dei vasi risultati risalenti al IV secolo a.C., ipotizzando che fossero oggetto di una compravendita. I legali di Pagano, gli avvocati Verlingieri e Lavornia, si dicono sicuri “di riuscire a dimostrare l’innocenza del sovrintendente”